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Azimut, aumentano chance cedole più alte con riassetto, presto per M&A Italia

MILANO (Reuters) - Si preannunciano dividendi più ricchi per gli azionisti di Azimut dopo che il gruppo finanziario ha avviato una riorganizzazione che, una volta autorizzata, darà al gruppo la piena disponibilità di una cassa oggi superiore ai 550 milioni.

Più difficile che il gruppo proceda in questa fase ad una acquisizione in Italia, dove le valutazioni di certi business sono distorte dal momento d'oro che sta attraversando l'industria del risparmio gestito.

"Aumenta la probablità che, come previsto dal piano, in assenza di grandi acquisizioni in Italia e di joint ventures all'estero, il payout sia molto più alto del 75% e molto più alto del 60% in assenza di grandi acquisizioni in Italia ma con joint ventures all'estero", ha detto Giuliani.

La riorganizzazione prevede l'incorporazione di Azimut Consulenza e Azimut Capital Management e la trasformazione di alcune Sim in Sgr, consentendo il calcolo dei requisiti di capitale a livello di singola sgr e non come conglomerato.

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"Prima come conglomerato finanzario avevamo 550 milioni di cassa e ne potevamo spendere fra i 50 e i 100 milioni", osserva Giuliani.

Sul fronte M&A in Italia non c'è fretta in questa fase, mentre all'estero proseguirà la strategia di acquisizioni da massimo una decina di milioni.

"Ci sono ottime società correttamente valutate e altre che beneficiano - chi più chi meno - del 'tailwind' dell'attuale momento dell'industria del risparmio gestito italiano quindi i loro utili e la loro crescita beneficiano particolarmente del contesto", ha detto Giuliani, precisando che al momento "non c'è niente sul tavolo".

"A questo punto sono contento di avere tutta questa cassa per partecipare a qualche operazione quando il vento di poppa sarà finito e le società ritorneranno a non essere per forza tutte valide e qualcuno vorrà farsi comprare", ha aggiunto.

Per quanto riguarda le prospettive di raccolta per il 2015 Giuliani si è limitato a ripetere la stima, contenuta nel piano industriale, di afflussi netti per 2,5 miliardi di euro l'anno in assenza di acquisizioni.