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Banda larga, Giacomelli: governo rinuncia a decreto, agirà con ddl e Cipe

ROMA (Reuters) - Il governo rinuncia ad utilizzare il decreto legge per dare attuazione al piano di sviluppo della banda larga. Lo dice il sottosegretario allo Sviluppo Antonello Giacomelli spiegando che, in assenza dei necessari requisiti di necessità e urgenza, si agirà attraverso disegni di legge e delibere del Cipe. Rispondendo ai cronisti a margine di un convegno, il sottosegretario ha detto che è arrivato il parere sul provvedimento da parte del dipartimento per gli Affari giuridici di palazzo Chigi, secondo il quale "per una serie di strumenti non c'è bisogno di una norma primaria e si andrà direttamente al Cipe; per un'altra parte è difficile motivare l'urgenza e dunque nei prossimi giorni vedremo come procedere a Palazzo Chigi". Alla domanda se in quest'ultimo caso si procederà con un disegno di legge, Giacomelli ha risposto: "Sì". Nel corso del suo intervento il sottosegretario ha detto che "martedì faremo una riunione di coordinamento a palazzo Chigi per decidere gli strumenti da utilizzare al posto del decreto". Poi ha aggiunto che per fare il punto sulla situazione c'è la disponibilità del governo a incontrare "tutti gli operatori, compreso Enel, interessati alla realizzazione dell'infrastruttura ed anche a fare un incontro con l'intera filiera per discutere anche i problemi dell'occupazione". A fine maggio era stato lo stesso Giacomelli a dire che il governo avrebbe emanato a breve un decreto legge per rendere operativo il piano strategico per la banda larga varato ai primi di marzo. Poi il 22 giugno scorso è stato il presidente del Consiglio Matteo Renzi a dire che il governo stava cercando di chiarire se fosse meglio intervenire per decreto o se sarebbe stato sufficiente intervenire con una misura del Cipe. (Alberto Sisto) Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia