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Toni Bce espansivi ma non troppo, mercati finanziari freddi

Il presidente della Bce Mario Draghi in una immagine di archivio. REUTERS/Ints Kalnins (Reuters)

NAPOLI (Reuters) - Il copione non è quello degli ultimi mesi e questa volta Mario Draghi non riesce a infiammare i mercati finanziari, piuttosto il contrario. L'intonazione del presidente Bce dal palcoscenico napoletano appare evidentemente meno espansiva del previsto, spingendo al ribasso i listini di borsa e gonfiando di converso i rendimenti sui titoli di Stato, periferici in testa. Posto che dai dettagli - peraltro piuttosto tecnici - sul programma di acquisto di cartolarizzazioni e obbligazioni bancarie garantite non arrivano grandi spunti, la vera doccia fredda per gli investitori sembra l'assenza di ulteriori aperture su un vero e proprio 'quantitative easing' che abbia oggetti i governativi. Mentre sul piano politico ferve più che mai il dibattito sulla necessità di coniugare la disciplina di bilancio alle misure di rilancio di una crescita che non c'è, il banchiere centrale decide oggi di non uscire dal personaggio. "Man mano che le misure finora varate dalla Bce arrivano a riflettersi sull'economia contribuiranno a far tornare l'inflazione su livelli più vicini al nostro obiettivo" spiega. Pubblicata l'altroieri in contemporanea a quella Istat, la prima stima Eurostat sul costo della vita di settembre ha evidenziato a livello di zona euro il previsto raffreddamento del tasso annuo a 0,3% dal già sconfortante 0,4% di agosto. Sempre più remoto - per non parlare del tragico -0,2% su anno dell'indice armonizzato italiano - il riferimento di 'close but near' 2%. La risposta specifica di Draghi all'ipotesi che Francoforte acquisti di titoli di Stato - da molti identificata come ultima e unica carta ormai da giocare - rispetta il più rigido dei protocolli. "Dovesse diventare necessario far fronte ulteriormente ai rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione, il consiglio è unanime nell'impegno a ricorrere a nuovi strumenti non standard nel rispetto del mandato". Confermato come atteso il costo del denaro in prossimità dello zero, Draghi ribadisce che all'istituto centrale non resta spazio di manovra sui tassi. Il presidente si sofferma poi con orgoglio sull'operato dell'Eurotower mettendo in luce su quattro punti: i tassi sono stati ridotti il più possibile e nessun'altra banca centrale impone un costo sui depositi, si è iniettato sul mercato un livello di liquidità senza precedenti, sono stati varati provvedimenti non standard e si è sconfitta nel 2012 con successo una crisi di dimensioni sistemiche. Descritto sinteticamente per la zona euro un quadro macro in cui i rischi sulla crescita restano al ribasso e le aspettative di inflazione sono ulteriormente deteriorate, si passa a illustrare i dettagli del piano Abs/covered bond che lasciano il mercato piuttosto freddo. Quindi il refrain sull'urgenza e l'importanza delle riforme strutturali, un timido invito all'utilizzo di eventuali margini di manovra sul bilancio ai paesi che se lo possono permettere e un commento molto diplomatico sulla decisione di Parigi, che ha nuovamente posticipato l'obiettivo per il rientro del deficit. Dicendosi fiducioso che le autorità francesi prenderanno i necessari provvedimenti in materia di conti pubblici, Draghi si rifiuta di entrare nel dibattito poche ore dopo i commenti di Matteo Renzi, ospite stamane di Downing Street, schieratosi dalla parte di Francois Hollande nella diatriba sempre aperta con Berlino. "Rispettiamo le decisioni di un Paese libero ed amico come la Francia. E nessuno abbia il diritto di trattare altri Paesi con lo stile con cui si trattano gli studenti" ha detto il presidente del Consiglio. Nella nota di aggiornamento al Def, intanto, anche l'Italia ha posticipato la correzione del disavanzo - in questo caso non nominale ma strutturale - dal 2016 al 2017. Questa mattina intanto da Bruxelles Pierre Moscovici, dal mese prossimo nuovo responsabile Ue agli Affari economici e monetari, cercava di rassicurare il parlamanto europeo che si farà garante super partes del rispetto delle norme Ue sulla disciplina dei conti pubblici. "Potete contare su di me come arbitro giusto e imparziale" diceva l'ex ministro delle Finanze francese. Nel timore di tornare a scatenare il malumore tedesco, sembra dunque al momento prevalere la strategia della cautela, che potrebbe del resto portare i propri frutti. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia