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Bce, ripresa prosegue ma inflazione debole non giustifica cambio politica

FRANCOFORTE (Reuters) - Il consiglio di politica monetaria della Banca centrale europea, come da attese, ha confermato l'attuale politica monetaria ma il presidente Mario Draghi in conferenza stampa ha sottolineato come la ripresa stia acquisendo forza e siano ridotti i rischi, che tuttavia continuano a pendere verso il basso.

Il messaggio del numero uno Bce è improntato a un cauto ottimismo, alla luce del delicato passaggio politico in Francia, dove è in corso la campagna per il secondo turno delle presidenziali, che vede il candidato pro Ue Macron -- favorito nei sondaggi -- contrapporsi alla leader di estrema destra Marine Le Pen, promotrice di un'uscita della Francia dall'euro.

Le cose stanno andando meglio, scandisce Draghi, ma ci sono ancora molte fragilità. Nessuna fuga in avanti, quindi.

Al di là delle volatilità temporanea, l'andamento dei prezzi al consumo continuerà a tenersi sugli attuali livelli fino alla fine dell'anno ma l'inflazione di fondo resta debole e salirà solo gradualmente.

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Resta perciò necessario continuare ad assicurare condizioni finanziarie molto favorevoli per riportarla stabilmente verso il target inferiore ma vicino al 2%.

Riguardo il dibattito interno al consiglio, Draghi ha spiegato che ci sono alcuni membri hanno una visione più ottimista dello stato dell'economia e c'è stato un dibattito dei rischi relativi alla crescita.

Tutti i consiglieri si sono detti d'accordo sulla retorica utilizzata nel comunicato e per quanto riguarda i rischi sull'inflazione non sussistono opinioni diverse.

Non c'è sufficiente fiducia che l'inflazione stia convergendo verso il target ma neppure evidenze tali da sconvolgere l'outlook, ha spiegato il presidente Bce.

NO DISCUSSIONE SU USCITA DA ORIENTAMENTO ESPANSIVO

L'attuale orientamento è quindi appropriato e non è stato discusso alcun percorso di uscita dalla misure di stimolo nè l'utilizzo di toni meno accomodanti su tassi, che resteranno al livello attuale o inferiore per un periodo prolungato e ben oltre l'orizzonte del quantitative easing.

Il consiglio ha confermato il costo del denaro a zero, minimo storico, mentre i riferimenti su depositi e prestiti marginali sono fermi rispettivamente a -0,4% e 0,25%.

Francoforte resta pronta a intervenire in senso ulteriormente distensivo -- ritoccando ammontare, che procede al ritm di 60 miliardi al mese, o durata del Qe, che proseguirà almeno fino a dicembre 2017 -- in caso di peggioramento delle prospettive macro o di condizioni finanziaria "incompatibili" con il percorso di ripresa dell'inflazione.

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