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Bitcoin: le previsioni di Peter Brandt al Consensus 2019

Peter Brandt opera una previsione davvero sui generis

Il Consensus 2019 non delude le attese.

New York ospita il meglio della tecnofinanza.

Sì perché la più grande conferenza mondiale in ambito cripto ha incluso illustri ospiti, alcuni dei quali non hanno lesinato previsioni e diktat degni di nota.

Tra gli altri, ci ha pensato l’esperto trader Peter Brandt ad attirare l’attenzione, rendendo delle dichiarazioni interessanti, per non dire esplosive.

L’onere e l’onore di intercettare l’eccentrico veterano delle commodity sono stati di BlockTV, attraverso cui Brandt ha fornito una serie di indicazioni più o meno coerenti che arricchiscono il dibattito sulle valute digitali, in particolare riguardo il Bitcoin.

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Prendendo le mosse dalla domanda se la divisa nakamotiana tornerà al massimo storico di 20.000 dollari, Brandt afferma “credo che arriveremo a 50.000 dollari”.

Parole di un certo rilievo e mai banali, ma sono solo l’inizio.

Brandt opera una riflessione a 360° sul tema e argomenta quanto segue: “Io guardo il Bitcoin e dico che c’è un 50% di possibilità che arrivi a zero. Diventa senza valore, così che l’intera narrativa diventi spazzatura. Ma c’è il 50% di possibilità di assistere a una nuova parabola e in questo caso potremmo assistere a un incremento fino a 200.000-300.000 dollari.”.

Quanto detto sopra entra nel novero delle previsioni sui generis cui più volte si è assistito in ambito fintech.

Quel che è possibile commentare al riguardo è che una simile affermazione si possa giustificare solo in ragione dell’elevata volatilità delle criptovalute, in particolar modo il Bitcoin, che ha abituato a cambi di rotta repentini, sebbene una quota così alta oggi appare irraggiungibile.

L’iperbole dei 200.000-300.000 dollari sembra trovare fondamento nel ragionamento successivo di Brandt, che si articola in più fasi e cerca di mostrarne la veridicità, quantomeno quella probabilistica.

Riguardo l’operare sul BTC: “È una decisione senza cervello dal punto di vista di un trader perché è un trading asimmetrico. Diventa uno scambio se lo gestisco bene, quindi ho un rischio di flessione relativamente basso. Ma se lo gestisco correttamente potrei avere un enorme potenziale di crescita”.

E già qui filtra il tipo di spiraglio intravisto da Brandt.

In più, deve considerarsi che i commenti di Brandt coincidono con una dichiarazione resa al conduttore della CNBC, Ran NeuNer, specializzato in trading di criptovalute, la settimana scorsa. In quella sede Brandt ha spiegato che al tempo della correzione di prezzo del 2018, il Bitcoin aveva una chance di entrare nella sua terza curva parabolica nello stesso mercato.

Da qui, la conclusione di una previsione così improbabile che si alimenti con motivi di ordine temporale e sistemici: “Se vedi la possibilità di tre curve paraboliche in una decade, questo è insolito e allora forse non accadeva dai tassi di interesse tedeschi negli anni Venti”.

Con l’evocazione di un fenomeno raro, atipico e dalle probabilità così basse da essere latenti per un secolo, Brandt pone una base alla sua teoria, conscio che sia un’ipotesi.

Per paradosso, lo stesso tempo invocato da Brandt sarà proprio quello che nel futuro dirimerà la questione.

 

 

This article was originally posted on FX Empire

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