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Bitcoin "vera" moneta? Per Bank Of America ci sono 3 ostacoli

Il Bitcoin ha fatto dei progressi verso la conquista di una legittimazione piena come strumento monetario e asset di riferimento, ma ha ancora un bel po' di strada da compiere. E soprattutto, non si potrà parlare di un suo pieno sdoganamento fino a quando le banche non lo accetteranno come collaterale a garanzia di un prestito.

Anche BOfA dice la sua sul Bitcoin

E' questo il messaggio lanciato da Francisco Blanch, analista capo per le commodity di Bank Of America Merrill Lynch, che ha aggiunto anche la sua alle numerose firme prestigiose di Wall Street che si stanno cimentando da tempo con la criptovaluta più famosa tra il grande pubblico (Vedi la previsione di Goldman Sachs e quella di Tom Lee , ex di JPMorgan).

Il nodo sicurezza

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Nonostante il grande successo che riscuote tra gli investitori, ha spiegato l'analista in una nota diffusa oggi, la validità del Bitcoin si misurerà su tre parametri: sicurezza, liquidità e rendimento. Tutti attribuiti, scrive, "che possono vantare invece asset come il dollaro americano, l'euro o l'oro". E che a dispetto dell'entusiasmo del mercato il Bitcoin non ha ancora.

Il più problematico dei tre in questo momento, per l'esperto della banca d'affari, è l'assenza di sicurezza: non essendoci un'autorità centrale di controllo, il bitcoin resta a rischio "caos", oltre che vulnerabile rispetto a potenziali attacchi hacker, furti d'identità digitale e frodi varie.

Senza contare poi “altre questioni più specifiche relative al funzionamento delle criptovalute, come la ricerca di accordi sull'adozione di certi protocolli": dalle beghe interne tra gli sviluppatori "conseguirebbe un crollo della fiducia e del valore."

Esattamente quello che è successo a inizio luglio, con le forti escursioni di prezzo causate dallo scontro tra gli "estrattori" delle monete e i cosiddetti puristi e dalla minaccia, poi rientrata, di uno sdoppiamento della moneta digitale.

Dopo aver triplicato il suo valore in pochi mesi, salendo dai 968 dollari del 31 dicembre scorso al massimo storico di 3.012,05 dell’11 giugno, il bitcoin ha infatti registrato ampie variazioni di prezzo, muovendosi in un ampio range tra 2100 e 3000 dollari prima di attestarsi intorno agli attuali 2500 dollari.

Il problema volatilità

Un episodio che richiama un altro aspetto connesso al parametro della sicurezza, e dunque indirettamente anch'esso ostacolo a una piena credibilità del Bitcoin: la sua natura ancora instabile, dimostrata dall'andamento delle quotazioni delle ultime settimane.

“La volatilità è il parametro chiave per comprendere il concetto di sicurezza nel campo delle riserve valutarie," spiega Blanch. E anche se "da questo punto di vista le sue prestazioni sono migliorate negli ultimi anni", il Bitcoin, avverte però, resta ancora estremamente volatile anche rispetto alle valute dei mercati emergenti.

Liquidità

Strettamente correlato al problema della volatilità, e dunque della sicurezza, è il secondo requisito che il Bitcoin deve ancora rispettare: la sua disponibità sul mercato. "Più crescono la liquidità e i volumi del Bitcoin, più scenderà la volatilità", suggerisce il broker, ricordando che “perché uno strumento digitale possa diventare una valuta, deve essere diffuso in una certa scala".

Anche qui, non mancano i passi avanti. "In qualche modo," si legge nella nota, "è esattamente quello che è successo negli ultimi trimestri, con la capitalizzazione di mercato totale degli strumenti digitali che è cresciuta esponenzialmente da 1,5 miliardi a circa 87 miliardi attuali", tanto che le criptovalute sono adesso "accettate come un mezzo di pagamento da alcune società”, come Microsoft o Expedia.

Rendimenti

Resta poi la questione dei rendimenti: senza un tasso d'interesse fissato da una banca centrale e non utilizzabile come strumento di diversificazione - data la sua mancata correlazione con altre valute, metalli preziosi, bond - il Bitcoin ha certo prodotto ritorni esorbitanti che pochi altri asset possono vantare. Ma guadagni eccezionali non sono certificazione di credibilità per una moneta in fieri. Lo sarebbe, invece, il superamento di un altro test decisivo: un riconoscimento ufficiale da parte delle banche.

“La gran parte delle istituzioni finanziarie regolate permettono ai loro clienti di contrarre prestiti a fronte di asset finanziari o fisici, ma non siamo sappiamo di alcuna istituzione rilevante che accetti criptovalute come collaterale al momento. Quindi, dal nostro punto di vista, un passo decisivo per il bitcoin sarebbe il suo utilizzo come collaterale messo a garanzia di un prestito."

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