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BoJ sotto pressione, crollo del real brasiliano

Debole l’IPC giapponese

di Yann Quelenn

Stanotte è stato diffuso l’IPC nazionale giapponese riferito a settembre, risultato perfettamente in linea con le attese, al -0,5% a/a. Non ci sono state sorprese al rialzo e l’economia giapponese rimane ampiamente in deflazione. Anche i prezzi dell’energia rimangono bloccati sotto i 50 USD al barile, ma le pressioni al rialzo stanno svanendo. I mercati non si aspettano nuovi interventi dalla riunione di politica monetaria della BoJ della prossima settimana. La BoJ sta modificando l’ambito della sua politica, concentrandosi sulla curva dei rendimenti giapponesi.

La banca centrale ha raggiunto i suoi limiti in termini di efficacia, avendo già utilizzato tutti gli strumenti a disposizione. Crediamo che non si possa aumentare il volume degli acquisti di asset, in caso contrario la BoJ dovrà rendere i tassi d’interesse ancor più negativi. Inoltre, la banca centrale ora possiede circa un terzo dei titoli di Stato giapponesi in circolazione.

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Le pressioni al rialzo sullo yen dovrebbero pertanto continuare. Secondo noi, il prossimo passo del Giappone sarà l’introduzione del denaro a pioggia (il cosiddetto “helicopter money”). La BoJ sta pregando che la Fed alzi i tassi a dicembre, perché ciò ridurrebbe le pressioni al rialzo viste di recente sullo yen. Tuttavia, i mercati ormai scontano quasi del tutto un rialzo della Fed a dicembre, quindi la BoJ spera in realtà in una normalizzazione sostenuta dei tassi d’interesse. Il futuro non sembra roseo per lo stato insulare.

BRL in calo del 2% nonostante il provvedimento sull’austerità

di Arnaud Masset

Dopo il rally della prima parte della settimana, il real brasiliano è finito rapidamente sotto pressione, perché si sono attenuati gli effetti positivi generati dall’approvazione, da parte della Camera Bassa, di un emendamento della costituzione per porre un limite alle spese per il sociale. Il presidente Michel Temer, non eletto e molto impopolare, ha potuto contare sul sostegno dell’intera classe politica per l’approvazione della cosiddetta PEC (SES: IX2.SI - notizie) 241 (Proposta di Emendamento Costituzionale) alla Camera dei Deputati. La misura, che mira a limitare la crescita della spesa pubblica in rapporto all’inflazione dei dodici mesi precedenti, probabilità danneggerà i cittadini brasiliani più svantaggiati, giacché ridurrà in modo significativo i programmi per la salute e l’educazione, dai finanziamenti alla suola alla prevenzione delle malattie.

La mossa di Temer farà molto probabilmente piacere ai mercati finanziari nel breve e medio termine, perché contribuirà a rafforzare le finanze del Brasile. Tuttavia, nel lungo termine, questi tagli alla spesa pubblica potrebbero essere letti come una riduzione degli investimenti, che a sua volta peserà sulle potenziali prospettive di crescita.

Sul fronte dei dati, l’ultimo rapporto di metà mese sull’inflazione ha mostrato un lieve calo delle pressioni inflazionistiche a ottobre; l’indice è sceso dall’8,78% di settembre all’8,27% di ottobre, superando l’8,29% delle previsioni medie. Nei verbali della riunione del Comitato di Politica Monetaria pubblicati martedì, durante la quale ha tagliato di 25 punti base il tasso d’interesse, portando il Selic al 14%, la Banca Centrale del Brasile (BCB (Kuala Lumpur: 6602.KL - notizie) ) ha sottolineato la necessità di un allentamento monetario prudente, perché permangono forti pressioni inflazionistiche. L’allentamento sarà probabilmente lento e graduale, ciò genererà una solida domanda di BRL, perché gli operatori salteranno sul carro delle operazioni di carry-trade. Giovedì il real brasiliano ha ceduto lo 0,80%. L’USD/BRL ha chiuso a 3,1665.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online