Boom del gioco d’azzardo, ma lo Stato incassa solo le briciole
Gli italiani si giocano una fortuna ma lo Stato ci guadagna solo le briciole. Un ottantesimo, per la precisione, è quello che l’Erario di intasca dal gioco online. Esattamente 1,13 per cento. Una miseria se si confrontano le cifre degli incassi. Nel 2017 i soldi giocati sfondano il tetto mostruoso dei 100 miliardi ma gli introiti i dello Stato crollano in percentuale, in sette anni, di circa un terzo.
L’escalation dell’azzardo
Nel 2007 il “consumo lordo” di azzardo fu di 24,7 miliardi: 721 euro pro capite. Numeri già significativi che sono diventati ancora più preoccupanti con il passare degli anni. Nel 2017, infatti, stando ai dati ufficiali dei Monopoli di Stato, rielaborati da Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzrado), e riportati dal Corriere della Sera, il consumo è schizzato a 101,85 miliardi. Un aumento del 6 per cento sul 2016 e del 142 per cento, rispetto al 2007.
Le provincie con più giocatori
La spesa pro capite annuale nell’azzardo, in Italia, è in media di 1.897,20 euro. Si giocano solo mille euro e rotti all’anno a Enna, la provincia dove si azzarda meno. A Prato, la spesa procapite sfiora i 4mila euro all’anno, tutta colpa dei cinesi che fanno impennare il valore, attaccati alle slot machine.
Quanto ci guadagna lo Stato
Ai cento miliardi investiti nel 2017 dagli italiani nei vari tipi di azzardo (il 75 per cento nel “giochi fisici”, e il resto nell’online), occorre aggiungere un altro 20 per cento di giochi illegali. Sui 26 miliardi di euro messi sul tavolo virtuale l’anno scorso coi giochi online, venduti grazie ad una pubblicità a tratti martellante, ne restano in tasca allo Stato solo 304 milioni, circa 1,13 per cento. Poco in proporzione a quanto gli italiani giocano. In compenso le accise sulla benzina restano tra le più alte d’Europa.