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Borsa Milano in calo con lusso per svalutazione yuan

MILANO (Reuters) - Piazza Affari chiude in calo sulla scia della giornata di vendite diffuse su tutte le piazze europee e su Wall Street per la decisione della Cina di svalutare lo yuan, mentre i mercati ignorano l'accordo raggiunto tra Grecia e creditori internazionali.

Il deprezzamento dello yuan penalizza soprattuto i titoli del lusso e e dell'auto mentre la tenuta dei finanziari aiuta la borsa milanese a limitare le perdite rispetto agli altri listini europei.

Al di là dell'impatto della valuta cinese, l'azionario italiano viene visto come uno di quelli con i maggiori spazi di crescita in Europa e il settore più interessante rimane quello bancario.

Per JP Morgan "nonostante la forte corsa da inizio anno, l'azionario italiano tratta ancora a prezzi bassi rispetto ai livelli storici. A nostro avviso non è troppi tardi per entrare".

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L'Italia, sostiene la banca d'affari in un report con la data di ieri ma diffuso oggi, è la maggiore beneficiaria del cambio di rotta del ciclo del credito, l'attività economica è in miglioramento e le valutazioni restano attraenti.

Quanto ai singoli titoli "nelle ultime trimestrali, molte banche italiane hanno sorpreso positivamente sul capitale", aggiunge JP Morgan. Fuori dal comparto, tra i titoli preferiti il broker cita Generali, Buzzi Unicem, Enel, Snam e Telecom Italia.

L'indice FTSE Mib chiude in calo dell'1,12% e l'AllShare dell'1,03%.

In Europa il benchmark FTSEurofirst 300 cede l'1,68% con Francoforte la peggiore piazza continentale con -2,68%.

Volumi per un controvalore di circa 2,5 miliardi di euro.

Pesanti segni meno nelle società del lusso penalizzate in diversi modi dalla svalutazione dello yuan, a partire dal minore contributo del tasso di cambio ai ricavi delle aziende. Secondo alcuni operatori l'entità del deprezzamento è comunque limitata così come gli effetti sulle società europee.

FERRAGAMO perde il 5,5%, MONCLER il 3,2%, TOD'S il 3,18%, LUXOTTICA il 2,74% e YOOX il 2,47%. Fuori dal listino principale BRUNELLO CUCINELLI lascia sul terreno un -2,35%

In sofferenza anche l'automotive: il settore in Europa lascia sul terreno il 4% circa con le maggiori perdite per le case tedesche. Limitano i danni, ma sono comunque negativi, FIAT CHRYSLER (-1,67%), CNH INDUSTRIAL (-1,77%) e PIRELLI (-1,38%). Pesanti anche BREMBO (-3,23%) e SOGEFI (-4,68%).

FINMECCANICA perde quasi due punti percentuale risentendo di un downgrade da parte di Goldman Sachs.

Tra i bancari le big INTESA SANPAOLO (-0,57%) e UNICREDIT (-0,94%) tengono meglio dello Stoxx europeo del settore in discesa dell'1,16%.

In controtendenza, MONTEPASCHI sale dello 0,6% senza interrompere il trend positivo innescato dalla trimestrale della scorsa settimana.

Debolezza sui petroliferi penalizzati dall'impatto negativo della svalutazione dello yuan sui prezzi delle commodity. ENI cede l'1,7% anche se SAIPEM, rimasta ferma ieri in una giornata generalmente positiva per gli energetici, guadagna un modesto 0,45%.

Spunti per DIASORIN (+2,9%) spinta da un upgrade di Morgan Stanley.

Tra le small cap, ZUCCHI balza del 13,6% beneficiando delle indiscrezioni di stampa sulla cessione della controllata Mascioni.