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Borsa Shanghai chiude a massimi 8 mesi su ridotti timori Medio Oriente

Alcune persone camminano sotto un cartellone elettronica che segue l'andamento della Borsa di Shanghai.

SHANGHAI (Reuters) - L'indice di riferimento della borsa cinese ha terminato la sessione di oggi a massimi di oltre otto mesi, riprendendo un rally innescato dalle speranze di prospettive commerciali più confortanti e da un maggiore sostegno in tema di politica monetaria, oltre che dai ridotti timori sulle tensioni in Medio Oriente.

L'indice Shanghai Composite ha archiviato la sessione in rialzo dello 0,69% a 3.104,80, chiusura più alta dal 25 aprile 2019.

L'indice CSI300 blue chip ha a sua volta guadagnato lo 0,75%, chiusura più alta dal 5 febbraio 2018.

Il sottoindice del settore finanziario è avanzato dello 0,61% e il settore dei beni di prima necessità ha chiuso a +2,15%. Bene anche l'indice immobiliare, in rialzo dello 0,85%, e il sottoindice del settore healthcare, in rialzo dell'1,4%.

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Gli investitori hanno tirato un sospiro di sollievo in assenza di un'escalation immediata delle tensioni tra Washington e Teheran.

Gli energetici hanno sottoperformato dopo il rally di ieri, con i prezzi del petrolio scivolati in territorio negativo dopo che gli analisti hanno ridimensionato le aspettative di un ampio conflitto in Medio Oriente. L'indice energetico CSI300 è sceso dello 0,79%.

L'indice minore di Shenzhen e l'indice start-up ChiNext Composite hanno chiuso rispettivamente in rialzo dell'1,31% e dell'1,79%.

Il recente rally delle azioni di categoria A è stato sostenuto dalle speranze per la 'fase uno' dell'intesa commmerciale tra Washington e Pechino che metterebbe fine a un duro scontro sui dazi.

"Vi è una maggiore possibilità che gli attriti commerciali tra Cina e Stati Uniti si allentino quest'anno, il che contribuirà a ripristinare la fiducia del mercato e a rilanciare gli investimenti", si legge in una nota degli analisti di Fidelity.

Secondo quanto riferiscono media locali cinesi, citando il funzionario all'agricoltura Han Jun, la Cina non aumenterà le sue quote annuali d'importazione su mais, grano e riso per far fronte ai maggiori acquisti di beni agricoli dagli Usa, previsti nell'accordo di fase uno.

Gli analisti di Fidelity si aspettano che la politica monetaria rimanga sostanzialmente invariata dal 2019, con una propensione all'allentamento mirato.

In aggiunta alle aspettative di sostegno ai mercati, la scorsa settimana la Commissione di regolamentazione bancaria e assicurativa cinese ha reso noto che promuoverà la conversione dei risparmi delle famiglie in fondi a lungo termine nei mercati dei capitali.