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Borse in ripresa: esagerati i timori per tensioni Usa-Cina?

La seduta odierna è partita in maniera pimpante per i mercati azionari, a partire da quelli asiatici che hanno vissuto una giornata in forte recupero, con il Nikkei 225 che ha terminato gli scambi in ascesa del 2,65%.
Gli acquisti proseguono anche in Europa dove il Ftse100 guadagna l'1,59%, seguito dal Dax30 e dal Cac40 che avanzano rispettivamente dell'1,35% e dell'1,67%, e non è da meno Piazza Affari che vede il Ftse Mib allungare il passo verso i 22.300 punti, con un vantaggio dell'1,32%.

Wall Street riporta il sereno in Borsa: in vista accordo Cina-Usa?

A riportare il sereno sui mercati contribuisce l'ottima chiusura di ieri a Wall Street dove il Dow Jones hanno messo a segno un rialzo di quasi il 3%, preceduti dal Nasdaq Composite che si è apprezzato del 3,26%.
La Borsa americana ha reagito con decisione al calo accusato venerdì scorso, cavalcando l'ottimismo alimentato dalla possibilità di un accordo tra Stati Uniti e Cina sul commercio, dopo i dazi annunciati dal presidente Trump la scorsa settimana.

Le prove di dialogo tra i due Paesi sembrano allontanare almeno momentaneamente la minaccia di una guerra commerciale, temuta non poco dai mercati, come evidenziato dalla corsa ai beni rifugio delle ultime giornate. L'oro si è spinto in avanti e viaggia a ridosso dei 1.353 dollari l'oncia, mentre sul fronte valutario l'effetto più evidente ha riguardato il dollaro-yen, con il netto apprezzamento della valuta nipponica rispetto al biglietto verde che pure ha già avviato un recupero dai minimi delle ultime sedute.

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I mercati hanno esagerato? Ritorna l'appetito per il rischio

La propensione al rischio sembra così tornare a fare capolino dopo che il premier cinese ha ribadito la volontà di proseguire le trattative con gli usa per risolvere le diatribe a livello commerciale.
Secondo Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, l'impressione è che lo scontro tra Cina e Usa stia assumendo maggiormente i contorni di una negoziazione e meno di una rappresaglia.

Certo è anche prematuro considerato scampato qualsiasi pericolo, come spiegato dagli analisti di Rbc, i quali segnalano che l'avversione al rischio sul mercato valutario resta elevata, per via dei timori di una guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti.

Gli esperti però fanno notare che le possibilità di un'escalation delle tensioni sono ben più contenute di quanto prezzato dai mercati, motivo per cui non dovrà stupire un ritorno dell'appetito per il rischio, come sembra suggerire il primo passo indietro dello yen nei confronti del dollaro.

La view di Swissquote (Stoccarda: 1SQ.SG - notizie) e di Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie)

Anche gli analisti di Swissquote credono che i mercati stiano reagendo in maniera eccessiva alla minaccia di una guerra commerciale. La loro idea è che il presidente Trump stia sfruttando la questione per un tornaconto politico più che per ragioni puramente commerciali, visto che secondo gli analisti l'America di fatto non avrebbe particolari vantaggi da un vero e proprio conflitto commerciale.

Non sono preoccupati neanche i colleghi di Morgan Stanley che definiscono basso il rischio di una guerra commerciale, considerando l'entità dei dazi annunciati e l'esenzione dagli stessi di alcune realtà come Europa, Canada e Messico.
Anche per questo motivo la banca americana ritiene che Wall Street abbia ancora spazio al rialzo, lungo una strada che però diventerà sempre più stretta nei mesi a venire, quando ci sarà meno ottimismo sulla crescita degli utili societari, in presenza peraltro di tassi di interesse in rialzo.

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