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Borse: l'impostazione resta correttiva. Si rivedranno i minimi?

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, CEO e Chief Analyst della Pro Markets Sagl, Asset Management Company, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse. Pietro Paciello è autore del libro appena pubblicato TRADING PLAN. Per info clicca qui.

Nelle ultime giornate il dollaro ha continuato a perdere terreno nei confronti dello yen, mentre ha recuperato qualche posizione rispetto all'euro. Cosa si aspetta nel breve per questi due cross?

L'evento più importante nello scenario intermarket è sicuramente stato la perdita di area 108 da parte del dollaro-yen. Era un evento che avevamo ipotizzato potesse arrivare e in effetti ha portato un po' di debolezza su tutti i listini azionari, favorendo un consolidamento dei movimenti che stiamo osservando da qualche tempo.

Ogni mossa successiva a livello di quadro intermarket secondo me transiterà dalla capacità o meno di dollaro-yen di recuperare l'importante soglia di 109, perchè abbiamo interrotto un ciclo ascendente molto profondo che persisteva da diversi anni.

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La perdita di tale livello segnala una fase di forte indebolimento del dollaro: è vero che negli ultimi tempi la correlazione dollaro-Borse si è interrotta, perchè abbiamo notato per diversi giorni i mercati azionari reagire positivamente in presenza di un biglietto verde debole, ma storicamente è stato sempre seguito l'assioma dollaro forte-Borse forti.

Va osservato cosa succederà nei prossimi giorni: tecnicamente ora è in atto un piccolo rimbalzo del dollaro-yen, ma vorrei capire se è un recupero da pull-back ribassista, ossia se il cross rivedrà i 108 e poi riprenderà a spingere verso il basso, o se invece annullerà il breakout ribassista di quota 108.

Il dollaro-yen in questo momento è la variabile chiave che dovremmo osservare con maggiore attenzione a livello intermarket. Se il suddetto cross annullerà il breakout e si riporterà sopra quota 108/108,5, darà un segnale molto forte e positivo ai mercati azionari.

Se però il dollaro-yen non riuscirà a recuperare la soglia tecnica appena citata, per me, a conferma di quanto già detto in passato, i massimi che abbiamo visto segnare quest'anno dalle Borse sono destinati a rimanere tali per lungo tempo.

Se per il dollaro-yen la situazione è molto ben definita, sull'euro-dollaro non abbiamo osservato la messa in discussione di livelli chiave, tutt'altro. Il mercato continua a muoversi in una logica di trading range abbastanza consolidato e questo va anche a testimoniare che l'euro-dollaro è stato oggetto di un'attività di manipolazione abbastanza persistente.

Quello cui abbiamo assistito negli ultimi tempi non è un modo normale di muoversi dei mercati valutari, tant'è che si è parlato negli ultimi tempi di una guerra valutaria in corso.
Anche sul grafico dell'euro-dollaro si nota una perdita di forza relativa interessante e questo tutto sommato è un po' contraddittorio, perchè normalmente a fronte di un dollaro-yen debole dovremmo osservare un euro-dollaro in buono stato di salute che onestamente però non vedo.

C'è una fase abbastanza strana e atipica di decorrelazione sul fronte dollaro che però dovrà riprendere a muoversi in maniera più corretta e leggibile. Dal punto di vista pratico è stranissimo che sia l'euro-dollaro che il dollaro-yen si trovino in prossimità di livelli tecnici di supporto e non alternativamente uno su un supporto e l'altro su una resistenza.

La mia percezione in questo momento è che l'euro-dollaro possa tentare una veloce fase di apprezzamento, ma che sia poi destinato a scivolare verso il basso.
Questo mi fa pensare che per l'azionario il trend positivo non sia ancora completamente archiviato. Rimango dell'avvio che i fasti del passato non li rivedremo, quindi per me l'azionario ha segnato quest'anno dei massimi quasi storici di lungo termine.

Dal punto di vista pratico non ci sono ancora segnali di fuga dal rischio particolarmente consistenti, quindi vediamo e misuriamo in queste settimane cosa succede al dollaro. Se quest'ultimo riprenderà a muoversi in maniera coerente, bisognerà verificare se i mercati azionari leggeranno questa coerenza, andando ad agganciarsi al treno abitualmente storico dollaro forte-Borse forti.
Per l'euro-dollaro farei particolare attenzione al supporto dinamico in area 1,22, sotto cui si aprirà uno spazio di correzione molto forte fino ad area 1,15.

L'oro nelle ultime giornate si è mantenuto sostanzialmente sugli stessi valori. Si aspetta movimenti più significativi nel breve?

Se vogliamo andare a misurare in maniera più completa e corretta l'andamento del dollaro, l'oro è sicuramente un termometro molto efficace. La grande resistenza del gold in area 1.360 dollari per il momento ha tenuto e ha scongiurato due dinamiche: da un lato un sancire un indebolimento strutturale del dollaro e dall'altro il fatto che in caso di superamento di area 1.360 dollari l'oro segnalerebbe risk-off.
Mi sembra che il gold si sia fermato sull'orlo del precipizio per i mercati azionari, quindi delle tre variabili analizzate fino ad ora, l'oro è quella che ci offre le indicazioni più pulite in questo momento.

Il gold si sta poggiando su un supporto di breve molto verticale, quindi non particolarmente significativo, ma se dovesse accelerare la sua discesa sotto area 1.320 dollari, potrebbe ritracciare ulteriormente verso zona 1.290/1.285 dollari e questo sarebbe un segnale positivo per le Borse.
Sopra i 1.360 dollari avremo un long di lungo termine per l'oro, per il quale non sarà da escludere una potentissima accelerazione rialzista.

Il petrolio ha recuperato a grandi passi nelle ultime sedute, muovendosi in direzione dei 63 dollari al barile. Prevede ulteriori sviluppi positivi?

Per il petrolio la situazione è ancora quella di un asset che ha perso l'impostazione che lo ha caratterizzato negli ultimi mesi. Il petrolio è orientato al rialzo e al di là dell'ipercomprato di breve, mi sembra sia sta intrapresa la strada del recupero, quindi difficilmente vedremo un oro nero debole per un lungo tempo.

Nell'ultima fase di discesa da 66 a 58 dollari al barile, si è notata una flessione prontamente recuperata. La mia sensazione è che il petrolio possa scivolare ancora un po' verso il basso magari verso i 56 dollari o in direzione del grande supporto strategico a 52 dollari, ma eventuali configurazioni e pattern rialzisti sul petrolio andranno sempre considerati come occasioni più di acquisto che di vendita.

Attualmente non comprerei l'oro nero perchè è in chiara divergenza ribassista, ma spostando l'asse temporale di osservazione su un time frame più lungo, per me il petrolio è un long di lungo termine.

Alla luce di quanto detto fino ad ora, cosa può dirci per le Borse?

Per le Borse l'unica evidenza che abbiamo, se vogliamo è una quasi certezza, è che i massimi dell'anno e l'arretramento che ne è conseguito non sono stati movimenti occasionali. Si è interrotto un circolo virtuoso in maniera abbastanza evidente e lo si vede bene anche dall'analisi dell'S&P500.
L'indice Usa ha violato, anche se temporaneamente, un supporto dinamico molto importante che poi è stato prontamente recuperato, ma la violazione c'è stata e non possiamo ignorarla.

Alla violazione è seguita una ricopertura da eccesso di venduto di breve, ma l'impostazione rimane correttiva se non da vendita. Se il mercato a livello di variabili intermarket dovesse confermare l'impostazione di fondo più favorevole ad una fase di deflussi dall'azionario che di afflussi, per me vedremo violati i minimi segnati due settimane fa.

In questo momento, stante la velocità della prima attività di vendita, si è creato un eccesso di venduto di breve e un evidente trading range. I mercati azionari al momento sono ingabbiati in una zona neutrale, all'interno della quale si fa trading e all'interno della quale nessun gestore con un po' di buon senso può prendere posizioni.

Come per il Ftse Mib area 21.900 è il supporto strategico, per l'S&P500 segnaliamo i minimi di due settimane in area 2.540, sotto cui si innescherà una correzione profonda.

Fino ad allora, pur non avendo più la brillantezza del passato, i mercati si possono tradare molto bene, andando ad applicare un'attività contrarian, quindi comprando la debolezza e vendendo la forza, ma sarà la fuoriuscita dal massimo storico o dai minimi di due settimane fa, a darci la chiave definitiva di lettura.

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