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Brutto risveglio in Europa. Deutsche Bank fa ancora più paura

Il recupero messo a segno ieri dalla piazza azionaria giapponese ha avuto vita breve, visto che a distanza di poche ore le vendite sono tornate a dominare la scena. Quest'ultima seduta della settimana è stata archiviata in ribasso dall'indice Nikkei 225 che è sceso dell'1,46%, sulla scia della flessione di ieri a Wall Street.

A pesare sono state le preoccupazioni legate alla situazione sempre più critica di Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) dopo che, secondo quanto riportato da Bloomberg, alcuni hedge fund avrebbero deciso di ritirare liquidità dalla banca tedesca per via del suo futuro molto incerto.

Non sono state certo di aiuto le indicazioni arrivate dal fronte macro visto che in Giappone ad agosto l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,5%, in peggioramento rispetto al calo dello 0,4% di luglio, ma in linea con le attese.
Tanto è bastato per favorire un deprezzamento dello yen nei confronti del dollaro, con inevitabili riflessi negativi sull'azionario.

Un brutto risveglio anche per le Borse europee che già ieri nella seconda parte della seduta avevano mostrato segnali di incertezza, riducendo i guadagni della mattinata. Quest'oggi le vendite hanno avuto la meglio da subito con il Ftse100 che ora cede l'1,12%, seguito dal Dax30 e dal Cac40 che arretrano rispettivamente dell'1,46% e dell'1,63%.

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Sul fronte macro per oggi è atteso in Europa il dato preliminare dell'inflazione che dovrebbe salire dello 0,3% rispetto allo 0,1% precedente, mentre per la versione "core" si stima una variazione positiva dello 0,9%, invariata su base annua. Per il tasso di disoccupazione ad agosto le attese sono per una riduzione dal 10,1% al 10%.

In Germania è stato reso noto l'aggiornamento relativo alle vendite al dettaglio che nel mese di agosto sono scese dello 0,4%, in frenata rispetto all'indicazione di luglio rivista al ribasso da +1,7% a +0,5%. Il dato ha deluso le previsioni degli analisti che si erano preparati ad un calo meno pronunciato dello 0,2%.

In Francia il dato preliminare dell'indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,4% su base annua, rispetto allo 0,2% del mese precedente, in linea con le attese del mercato.
Intanto a pesare sul sentiment degli investitori sono le preoccupazioni legate a Deutsche Bank che penalizzano in particolare l'intero settore bancario.

In rosso anche Piazza Affari dove il Ftse Mib scende poco sopra area 16.000, con una perdita dell'1,88%.
Tra le blue chips al momento si salva dalle vendite solo STM che sale in controtendenza di quasi un punto percentuale.
La flessione dei prezzi del petrolio in direzione di area 47 dollari non aiuta i titoli del settore oil che vedono Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) limitare i danni ad un calo di mezzo punto, mentre Saipem (Londra: 0NWY.L - notizie) ed ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) viaggiano in rosso di circa l'1,5%.

Le vendite più consistenti si concentrano sui titoli del settore bancario con Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) in caduta di oltre il 4,5%, seguito da Banca Popolare dell'Emilia, Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) e Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) che arretrano di quasi quattro punti, mentre Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) flette del 3,4%, tallonato da Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) che cede il 3,24%. Segno meno anche per Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e Banca Monte Paschi che viaggiano entrambi in calo di circa due punti e mezzo percentuali.

Tra le blue blue chips più penalizzate dalle vendite troviamo Unipol (Dusseldorf: 18319160.DU - notizie) che lascia sul parterre oltre il 4%, ma tra gli assicurativi arretra anche Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) con una perdita del 3,46%.

Sul fronte macro Usa si conosceranno i redditi personali che ad agosto dovrebbero mostrare una variazione positiva dello 0,2% rispetto allo 0,4% precedente, mentre le spese per consumi dovrebbero salire dello 0,2% contro lo 0,3% di luglio e l'indice PCE core rimanere invariato sulla parità.

Per l'indice Chicago PMI di settembre si prevede un rialzo da 51,5 a 52,5 punti, mentre il dato finale della fiducia Michigan, sempre riferito a settembre, dovrebbe attestarsi a 90 punti rispetto agli 89,8 dell'indicazione preliminare e della versione definitiva di agosto.

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