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Bruxelles... abbiamo un problema!

Altro che Brexit e streghe inglesi, sarebbe proprio Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) , la più grossa banca tedesca, lo spauracchio per il sistema bancario europeo.

L’istituto di credito tedesco sarebbe infatti esposto sul mercato dei derivati per la faraonica cifra di 54,7 trilioni di euro o, per rendere più comprensibile la cifra, 54.700 miliardi di euro. Circa 20 volte il PIL tedesco e almeno 5 volte il PIL dell’intera euro zona, che vale quasi 10.000 miliardi di euro. La banca con la maggiore esposizione in derivati del mondo, con i suoi 54,7 trilioni di euro ha letteralmente surclassato JP Morgan, la più grossa banca d’America, ferma a 50,9 trilioni di euro e si lascia dietro di se le altrettanto aggressive HSBC e Crediti Suisse. Per celare questa bomba finanziaria e per dare una bella notizia ai clienti e ai soci azionisti della banca tedesca, si ricorre a magie contabili che schiacciano l’esposizione fino a poco più di 500 miliardi di euro in asset e circa 480 miliardi in passività. Anche se ridimensionata, la voce derivati resta tuttavia la più grossa in un bilancio complessivo eroso dalla crisi.

La mole di derivati in pancia a Deutsche Bank sarebbe pari a 991,6 miliardi di euro, di cui 504,6 miliardi su derivati in posizioni Long e 487 in posizione short. Tuttavia l’esposizione non sarebbe totalmente per conto proprio. Siccome sul mercati dei derivati Deutsche Bank è il principale intermediario finanziario ed è leader nel ruolo di primary dealer, ovvero il soggetto che fornisce interconnessione diretta e deposito per svariati broker. Da qui la faraonica cifra di quasi un triliardo. Cosa succederebbe se fallissero una o più controparti contemporaneamente, in scia ad un collasso di mercato? Oltre al quasi triliardo di euro di derivati “quotabili” MtM, cioè Mark to Market, Deutsche Bank ha in pancia anche 30 miliardi di euro in titoli derivati classificati a livello 3. Ossia strumenti finanziari a cui non si riesce a dare un prezzo perché non scambiati sui mercati e non equiparabili ad altri prodotti simili.

A nulla sono servite le molteplici operazioni sul capitale fatte dalla banca tedesca, tra diluizioni ed aumenti, dal 2013 ad oggi. A fronte di 54,7 trilioni di derivati ci sarebbero solo 522 miliardi a garanzia, vale a dire un rapporto inferiore a 1/100, di giacenze nei conti correnti dei depositanti. La conclusione è che questa esposizione epica in derivati è la principale ragione per cui la Germania, scalciando e urlando teatralmente negli ultimi cinque anni, ha fatto tutto quanto in suo potere per assicurarsi che non ci fosse un collasso a effetto domino nelle banche europee, che avrebbe certamente fatto precipitare la catena di collaterali in pancia a Db e la loro conversione, da lordo a netto in relazione al “mark to market”, che sta causando a John Cryan, CEO dell’istituto tedesco dei veri e propri incubi notturni.

Autore: Volcharts.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online