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Caso più unico che raro: Amazon riconosce i sindacati

TORRAZZA PIEMONTE, ITALY - JUNE 03: General view of Amazon logo on Amazon Headquarter on June 03, 2021 in Torrazza Piemonte near Turin, Italy. Amazon Italy rolls out an on-site vaccine site for its employees. as Italy steps up next wave of vaccine campaigns. (Photo by Stefano Guidi/Getty Images) (Photo: Stefano Guidi via Getty Images)
TORRAZZA PIEMONTE, ITALY - JUNE 03: General view of Amazon logo on Amazon Headquarter on June 03, 2021 in Torrazza Piemonte near Turin, Italy. Amazon Italy rolls out an on-site vaccine site for its employees. as Italy steps up next wave of vaccine campaigns. (Photo by Stefano Guidi/Getty Images) (Photo: Stefano Guidi via Getty Images)

Un accordo che toccherà da vicino più di 40mila lavoratori del mondo dell’e-commerce, metà dei quali impiegati nei magazzini, hub e delivery station, l’altra metà come fattorini e addetti alle consegne. I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno sottoscritto con Amazon Italia Logistica l’intesa sullo sviluppo delle relazioni industriali. “Quello che a prima vista può sembrare poca cosa”, dice all’HuffPost Danilo Morini della Filt-Cgil, “calato nella realtà di Amazon rappresenta oggi una novità assoluta. In nessun Paese in cui opera, la multinazionale ha riconosciuto i sindacati come parte negoziale nelle relazioni industriali. Oggi il caso italiano è un unicum nel mondo”. Al ministero del Lavoro, alla presenza del ministro Andrea Orlando, Amazon Italia Logistica e i sindacati hanno sottoscritto un protocollo di relazioni industriali. Pur nella distinzione dei ruoli, nel protocollo le parti affermano che “le relazioni industriali rappresentano un valore in sé” e si assumono l’impegno a rispettare le norme del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni e la loro applicazione.

L’accordo, valido non solo per i dipendenti diretti ma anche per in somministrazione in missione presso Amazon ma al momento destinato solo ai circa 20mila impiegati nei magazzini, ribadisce il riconoscimento del contratto nazionale della Logistica e del Trasporto per i lavoratori, applicato già in cinque dei sei hub della multinazionale presenti sul territorio italiano, e in tutte le circa cinquanta delivery station. L’aspetto innovativo che i sindacati tengono a sottolineare è tuttavia quello del modello adottato nelle relazioni industriali e nei negoziati tra le parti, che altrove Stati Uniti inclusi, non viene usato. “Solitamente Amazon predilige la contrattazione one-to-one, relazionandosi col singolo dipendente. Al massimo ha siglato accordi con singoli stabilimenti. Con questo accordo, ottenuto anche grazie al lavoro del ministro Orlando, l’azienda italiana riconosce e accetta il modello italiano di contrattazione e il ruolo del sindacato a tutti i livelli nell’organizzazione del lavoro e non solo,” spiega Morini.

“Con questo accordo - ha sottolineato il ministro Orlando al termine dell’incontro - Amazon si impegna su un metodo di confronto con il sindacato che, dobbiamo dirlo, altri Paesi hanno scelto di non percorrere. Si tratta di una scelta importante per ciò che rappresenta Amazon nel settore della logistica e per quello che la stessa logistica rappresenta oggi nella dinamica economica del nostro Paese”.

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L’intesa non era scontata e in passato non sono mancate le frizioni tra sindacati e la controllata italiana, sfociate nello sciopero dei lavoratori Amazon il 22 marzo scorso, il primo in Italia dei dipendenti della multinazionale. “Si tratta di un primo passo importante, a cui siamo arrivati anche grazie allo sciopero di pochi mesi fa”, rivendica Morini. “Oggi quello che interessa è che per la prima volta Amazon accetta i sindacati come sua controparte, e dà la sua disponibilità a sedersi intorno a un tavolo per concordare una varietà di aspetti che interessano da vicino la vita dei lavoratori. Orari di lavoro, turnistica, ma pure progetti di sviluppo futuri, orientamenti sugli stabilimenti aperti e quelli da aprire, e aspetti economici e retributivi”, continua il sindacalista Cgil.

Altro punto è la definizione della “geografia” dei temi che contribuirà, a detta dei sindacati, a una maggiore chiarezza e trasparenza in sede di contrattazione. Alcuni temi saranno affrontati a livello nazionale, altri a livello territoriale e altri, infine, aziendale attraverso le rsu. Anche il colosso dell’e-commerce si dice soddisfatto dell’intesa: “Negli ultimi mesi abbiamo lavorato al fine di stabilire un dialogo positivo con le organizzazioni sindacali in linea con quanto suggerito dal Ministro del Lavoro. I protocolli siglati oggi rappresentano un’ulteriore prova del nostro impegno nell’instaurare un dialogo costruttivo e responsabile con i rappresentanti dei lavoratori sia a livello nazionale che di sito”, si legge in una nota della multinazionale. “Riteniamo che le relazioni improntate su queste basi possano favorire le nostre strategie di investimento nel Paese, dove abbiamo investito oltre 6 miliardi negli ultimi 10 anni creando 12.500 posti di lavoro a tempo indeterminato”, ha aggiunto Amazon.

L’accordo prevede la realizzazione d’iniziative a livello nazionale come:

Momenti di confronto periodico sulle problematiche del settore e-commerce, anche in funzione del futuro rinnovo del CCNL; momenti di confronto preventivo sulle strategie di sviluppo aziendale e di investimento negli ambiti territoriali; verifica delle opportunità di formazione professionale continua per gli addetti ai singoli settori, utilizzando tutti gli eventuali elementi di sostegno economico e normativo, anche attraverso l’associazione datoriale di riferimento (Conftrasporto); individuazione degli strumenti più idonei per monitorare gli andamenti occupazionali, con l’obiettivo di favorire percorsi di crescita e continuità occupazionale; dialogo con i soggetti istituzionali nelle sedi competenti su eventuali tematiche di carattere sociale e sanitario, con particolare riferimento a quelle legate all’emergenza sanitaria COVID-19.

Tra le altre cose, poi, con la stipula del protocollo le parti si sono impegnate a verificare la corretta applicazione del CCNL “in ragione delle reali attività svolte, per accertare trattamenti economici e normativi, coerenti per tutte le lavoratrici e i lavoratori Amazon, inclusi le lavoratici e i lavoratori in somministrazione in missione presso Amazon, che operano all’interno della disciplina prevista dal medesimo CCNL”.

Resta tuttavia ancora del lavoro da fare: la chiusura dell’accordo, parallelo e analogo a quello siglato oggi, tra i sindacati e Assoespressi sull’altra metà dei lavoratori dell’universo Amazon, i driver ovvero gli addetti alle consegne. “Ci sono tutte le condizioni per chiuderlo al più presto”, dicono i sindacati.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.