Come spendere ed essere felici
Assicurarsi una poltrona a teatro o un posto su un volo soddisfa di più che comprarsi un bell’oggetto: è quello che sostiene Ryan Howell, psicologo dell’Università di San Francisco. Secondo i dati raccolti insieme alla sua equipe, gli acquisti, per pochi che siano, possono renderci felici e appagati purché siano “esperienziali”. Vale a dire: se riuscissimo a mettere qualche spicciolo da parte, sarebbe meglio destinarlo a un’esperienza piuttosto che a un bene materiale. Infatti, comprare un biglietto per un concerto, prenotare una settimana bianca o un week-end fuori porta, concedersi un trattamento in un centro benessere o lanciarsi in un’avventura sportiva è più gratificante di acquistare un prodotto: se ne gode più a lungo e ci rimane il ricordo, mentre la sensazione di piacevolezza data da un nuovo acquisto tende a svanire con il passare del tempo. Howell afferma che la propensione all’acquisto di esperienze è propria di personalità aperte ed estroverse: viaggi, eventi, spettacoli sono occasioni “sociali” e richiedono di essere vissuti come tali. Ci mettono in relazione con gli altri, ci aprono al mondo e ci costringono a uscire dal guscio e ad abbassare le nostre difese. Inoltre incorporano un fattore-rischio che bisogna essere disposti a correre: se lo spettacolo non ci soddisfa, se la gita non ci è piaciuta, se l’evento non è all’altezza delle aspettative non possiamo chiedere un rimborso come faremmo con una merce da cambiare.
Ma, conti alla mano, questa forma di shopping ci regala maggior benessere. Attenzione, però: solo se l’acquisto di esperienze è dettato da ragioni interiori, come la soddisfazione personale, apporta serenità e soddisfazione; al contrario, comprarle per ragioni esteriori, per esibizionismo o per impressionare gli altri non sortisce lo stesso effetto. I più materialisti non avvertono la felicità nell’esperienza perché il loro scopo è al di fuori: il bene esperienziale è un nuovo articolo che si vuole avere, possedere, non qualcosa da fare o di cui godere. In generale, i loro acquisiti non li rendono più appagati poiché tendono a inseguire obiettivi esterni nello spendere il loro denaro.
Il team di Howell è convinto che le nostre scelte di consumo influenzino il nostro benessere e che sia possibile diventare più felici cambiando le nostre abitudini.
Nella complessa relazione che lega denaro e felicità, anche se si dispone di un budget limitato forse è meglio concedersi un’esperienza gratificante e impalpabile e rimandare a tempi migliori una spesa folle per qualcosa di tangibile.