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Commissione Ue vuole sanzioni contro Italia per norme su test animali

BRUXELLES (Reuters) - La Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia Ue per la mancata attuazione di disposizioni sulla sperimentazione animale nella normativa nazionale, chiedendo di imporre a Roma una penale di 150.000 euro per ogni giorno di ritardo. Lo ha annunciato lo stesso esecutivo europeo in un comunicato. La questione riguarda la direttiva 63 del 2010 sulla protezione delle cavie da laboratorio, che andava recepita entro il 10 novembre 2012. La Commissione aveva avvertito l'Italia il 31 gennaio dello scorso anno, inviando poi in giugno un parere motivato. Il governo italiano aveva risposto che avrebbe attuato la legge nel dicembre scorso ma poi, dice la Commissione, l'ha rinviata al febbraio 2014. Bruxelles, temendo ulteriori ritardi, ha deciso di rivolgersi ai giudici europei. La direttiva in questione punta a uniformare la legislazione dei vari paesi europei sulla protezione degli animali utilizzati negli esperimenti e a scopo scientifico. In Italia però la questione è da tempo al centro di una polemica tra gli antivivisezionisti, che contestano l'utilità degli esperimenti su altri animali per farmaci utilizzati su esseri umani, e i sostenitori - soprattutto in ambito scientifico - della ricerca sulle cavie animali, che ne difendono i benefici. "La direttiva è volta a limitare il più possibile l'uso di animali negli esperimenti, in particolare di vertebrati e cefalopodi, e impone di ricorrere ad alternative ogniqualvolta possibile, sempre assicurando che la ricerca nell'UE mantenga livelli qualitativi di eccellenza", dice la Commissione. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia