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Fan comprasi

Si stanno diffondendo sempre più agenzie che vendono 'fan' e 'follower' alle aziende che ne hanno bisogno

Comprare fan sulle proprie pagine Facebook o follower su Twitter? È possibile. E non è neanche una scoperta così eclatante visto che più di un mese fa Marco Camisani Calzolari, docente di comunicazione Linguaggi Digitali allo Iulm di Milano e imprenditore digitale, ha dimostrato che basta pagare 20 dollari per ottenere 50mila follower su Twitter.

Acquistarli quindi è più facile e immediato di quanto si pensi. Ma fan e follower non sono tutti uguali.  Ci sono quelli finti o, per usare una terminologia cara alla Rete, “fake”, ma ci sono anche quelli che consapevolmente e dietro un compenso economico decidono di mettere il loro like su una pagina, il +1 su un account Goolge Plus, il mi piace su un video di YouTube e così via.

“Nel nostro caso usiamo il sistema dell’affiliazione” ci spiega Giampietro Cutrino, uno dei collaboratori, per il Nord Italia, dell’agenzia Magic Viral di Padova (e se pensate ad un caso di omonimia – come avevo pensato anche io - con il GIP delle Iene, no, è proprio lui…). “Gli utenti che collaborano con noi sono degli “affiliati”, persone che si sono aggregate al nostro circuito e vengono retribuite per fare un’azione sui social network.  Oltre all’affiliazione, ci sono altre 2 tipologie di acquisizione fan, follower e quant’altro: il bot, parola che ha a che fare con robot e indica l’acquisto di falsi aggiornamenti, profili fake, cioè persone che in realtà non esistono. Il rischio è che facebook se ne accorga e chiuda la pagina”. C’è poi anche un’altra tipologia detta like jagging. Avete presente quando si chiede su Facebook “vuoi vedere a quale calciatore assomigli?”. Basta cliccare  5 volte per vedre qual è la risposta alla domanda e, senza saperlo, l’utente ha messo 5 mi piace a 5 pagine diverse. A differenza del Bot, si acquisisce un profilo che è reale, esiste, ma che dà il suo “consenso” a pagine che neanche conosce. Potrebbe avere cliccato mi piace sulla pagina dedicata ai tifosi del Milan ed essere paradossalmente interista!”.

Torniamo al caso in cui gli utenti siano consapevoli quindi affiliati: come funziona? “Gli affiliati possono essere retribuiti con un compenso che va da un centesimo fino a 5 euro per ogni azione fatta sui social network. Ci sono persone che arrivano a guadagnare anche 15/20 euro al giorno dedicando in media un’oretta del loro tempo. Il compenso dipende da più fattori come il social network in questione e l’azione che si compie su di esso. Ci sono aziende che chiedono fan di un certo tipo, di una certa età e con certe attitudini. Per fare un esempio: un fan generico cui piace la musica pop ha “meno valore” di uno che va a comprare dischi, appartiene ad una certa sfera musicale e ha un certo numero di amici con le stesse passioni. In generale, avere molti amici su Facebook fa sì che un utente sia più interessante di chi ne ha pochi, ma non conta solo questo”.

Twitter ha delle caratteristiche diverse dal social network di Mark Zuckerberg: come si scelgono i folllower? “Anche se in apparenza è più settoriale,a generare grandi masse di follower quindi a richiedercele”, precisa Cutrino “sono i politici, i personaggi famosi quindi si va più sulla quantità. È possibile anche acquistare i retweet”.

In cosa questa tecnica di marketing differisce ad esempio dall’essere inseriti in una mailing list? “In molto. La nostra agenzia non manda mail agli affiliati, ma sono loro che, decidendo di entrare nel circuito (è possibile farlo tuttora, andando sul sito www.magicviral.com, sezione affiliati) accedono ad un pannello di controllo quando vogliono e trovano le richieste di like o di folower che variano a seconda della loro profilazione e se appunto rientrano nei parametri richiesti dalle aziende”.

A volte l’acquisizione di fan ha una sorta di effetto boomerang: “Sono venuti fuori parecchi scandali con parecchi musicisti italiani che hanno molti fan ad esempio in Brasile o in zone dove neanche arrivano. Questo succede perché si fanno acquisti di azioni “internazionali”: costano meno, ma ai corrono tali rischi. Noi abbiamo 150mila affiliati italiani, pagati tramite paypal, che abbiamo acquisito già in passato visto che veniamo dal web marketing”.

Last but not the least: quali sono le aziende che acquisiscono fan, follower, mi piace ecc.? “Ci sono sia le agenzie di pubblicità e comunicazione che realizza campagne marketing per altri clienti e promette dei risultati di numeri come 5mila fan su Facebook. Se non riescono a raggiungere l’obiettivo prefissato, lo fanno comprando dei fan. Ma la cosa non è sbagliata, anzi rientra nel lavoro delle agenzie. Si sa come una campagna, specie su Internet, non abbia un riscontro immediato quindi è molto probabile che il numero promesso si raggiunga o si superi, ma quando il contratto tra cliente e agenzia ad esempio è scaduto”. È come giocare in anticipo dunque. “Lo si fa anche con i video su YouTube;: chi acquista i pacchetti di visualizzazioni, lo faper salire di ranking ed essere tra i video piùù visti e ciò genera comunque delle visualizzazioni che saranno vere. Anche se a breve – e questo è invece politicamente scoretto – si avrà anche la possibilità di acquistare i “non mi piace” su YouTube e non agevola la concorrenza”.

Ma “vittime” degli acquisti dei fan e dei follower sono un po’ tutti “abbiamo clienti che vanno dal negozio di animali di provincia fino alla discoteca del centro città”.

Eticamente scorretto? “Sicuramente dare così importanza ai numeri dei fan è una dinamica “malata”, ma non facciamo altro che prendere atto di qualcosa che già c’è e che di solito si fa anche tra amici chiedendo di mettere un like su una pagina o di seguire quell’account o mettere il mi piace su un video”, conclude Cutrino.