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Compravendita senatori, Senato ammesso come parte civile contro Berlusconi

Il leader di Forza Italia ed ex premier, silvio Berlusconi, alla Camera. Roma, 19 febbraio 2014. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

NAPOLI (Reuters) - Al processo in corso a Napoli per una presunta compravendita di senatori, che vede imputato il leader di Forza Italia ed ex premier Silvio Berlusconi, i giudici hanno ammesso il Senato come parte civile. I giudici, presieduti da Teresa Corleo, hanno respinto invece le medesime richieste di costituirsi parte civile avanzate da Codacons Campania, da Italia dei Valori - rappresentata dall'ex pm Antonio Di Pietro - e da alcune decine di cittadini. Forza Italia è stata ammessa con riserva come responsabile civile. Nell'udienza odierna, che è stata aggiornata al prossimo 12 marzo, i legali di Berlusconi - Niccolò Ghedini e Michele Cerabona - hanno sollevato la questione della competenza territoriale sostenendo che "la competenza territoriale al momento consumativo del reato non è Napoli ma Roma". Per quanto riguarda la insindacabilità del ruolo di ogni parlamentare - sancita dall'articolo 68 della Costituzione sulla libertà di mandato di deputati e senatori - i legali dell'ex premier hanno chiesto di "inviare il fascicolo alla giunta delle autorizzazioni della Camera o del Senato in quanto si tratta di un reato ministeriale commesso nell'esercizio delle proprie funzioni di parlamentare". Secondo i pm, le richieste della difesa "sono irricevibili; se fossero accettate ci sarebbe un corto circuito costituzionale e giuridico". Stando all'accusa, l'ex premier, imputato per corruzione, avrebbe cercato nel 2006 di "comprare" senatori dell'allora maggioranza di centrosinistra a cominciare da Sergio De Gregorio, il quale avrebbe ricevuto, per sua stessa ammissione, circa 3 milioni di euro. Berlusconi ha respinto l'accusa. Lo scorso ottobre l'ex senatore De Gregorio ha patteggiato una pena di 20 mesi di carcere per la stessa vicenda. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia