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Condividevano su una chat di Telegram gli abusi sulle figlie. Avevano dai due ai 15 anni

22 October 2021, North Rhine-Westphalia, Duesseldorf: An investigator sits in front of monitors with unrecognizable photographs, some of which show sexual abuse, at the tip line in the State Criminal Police Office. If you suspect sexual violence against children and young people, you can call the tip line at the State Criminal Police Office on 08000431431. Photo: Rolf Vennenbernd/dpa (Photo by Rolf Vennenbernd/picture alliance via Getty Images) (Photo: picture alliance via Getty Images)

Condividevano le foto pedopornogragiche di abusi sessuali sulle proprie figlie, dai due anni ai 15 anni di età su una chat di Telegram che si chiamava “Famiglie da abusi”. E lì finivano anche le fantasie sessuali che si scambiavano un gruppo di cinque amici di rete che pubblicavano anche momenti intimi catturati di nascosto in famiglia. E scrivevano: “Qui su Telegram non ci scopriranno mai”. La notizia la racconta Repubblica Roma.

Una storia raccapricciante svelata dalla polizia postale e delle comunicazioni attraverso il centro nazionale di contrasto alla Pedopornografia online (C.N.C.P.O.). I cinque pedofili sono finiti agli arresti: un imprenditore romano, un impresario edile bolognese, un bresciano, un impiegato pubblico messinese, un napoletano. Anche un altro romano, un cameriere in una pizzeria della capitale, è stato denunciato. Non faceva parte del gruppo ma era amico del primo romano perquisito. Stessa sorte per un impiegato del Comune di Napoli, anche lui denunciato. E le madri? Una è rimasta in silenzio pur sapendo. Sulle altre ci sono indagini in corso.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.