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Confindustria abbassa Pil 2015 ma rallentamento è "un mistero"

Il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Antonella Cinelli ROMA (Reuters) - Confindustria rivede al ribasso la stima del Pil per il 2015 (+0,8% da +1% di settembre), sotto il +0,9% previsto dal governo, in un quadro in cui la ripresa non ha lo slancio atteso almeno stando ai numeri attualmente disponibili. "Per noi questo rallentamento resta un po' un mistero. Credo che quando avremo statistiche più solide scopriremo che il Pil è cresciuto più di quello che ora dicono i numeri", ha sottolineato il direttore del Centro studi di Confindustria (Csc), Luca Paolazzi, presentando il report "Scenari economici". Resta però il fatto che "lo scatto netto, bruciante, quello non c'è ancora", ha detto nel suo intervento il numero uno degli industriali, Giorgio Squinzi. Anche il Pil 2016 torna al livello previsto da Csc a giugno: +1,4% (da +1,5% stimato a settembre), contro il target del governo di +1,6%. Crescita +1,3% nel 2017, +1,6% per il governo. Il rapporto deficit/Pil si attesta per il 2015 al 2,7% (dal 2,8%) e per il 2016 al 2,3% (dal 2,1%), 1,6% nel 2017. Il debito quest'anno è stimato al 132,9% (da 133%) e l'anno prossimo al 132,1% (da 132,6%), 130,6% nel 2017. Resta poi "molto alto" il rischio deflazione. Il bilancio è positivo per quanto riguarda il lavoro, con una crescita stimata di 650.000 posti nel triennio 2015-17. Csc rivede al ribasso il tasso di disoccupazione sia per quest'anno (12% da 12,2%) che per il prossimo (11,6% da 11,8%), e prevede un 11,1% per il 2017. "Pensiamo che nel corso dell'autunno ci sia una ripresa", dice Paolazzi, che cita tra gli elementi favorevoli la tenuta della crescita nell'Eurozona e l'accelerazione del commercio internazionale, senza però dimenticare i rischi al ribasso: la paura generata dagli attacchi terroristici e un rallentamento più forte del previsto degli emergenti, Cina in primis. BENE STABILITA', RESTANO NODI CREDITO ED EVASIONE Va nella giusta direzione la legge di Stabilità, in via di approvazione alla Camera, con un impatto positivo dello 0,3% del Pil 2016 nelle stime del Csc che esprime apprezzamento per la disattivazione delle clausole di salvaguardia. Lo scenario internazionale resta molto favorevole (i prezzi bassi del petrolio, per esempio, faranno risparmiare 21 miliardi quest'anno e 24 il prossimo sulla bolletta petrolifera), ma il Paese, reso più prudente da una crisi appena dietro le spalle, fatica a sfruttare le condizioni positive. A frenare la ripartenza è anche la questione del credito, che "nonostante un po' di allentamento sul lato dell'offerta e maggiore liquidità, rimane estremamente selettivo", spiega Paolazzi, precisando che un miglioramento è previsto nel 2016. Tra i nodi da risolvere quello dell'evasione fiscale e contributiva, che secondo il Csc ammonta quest'anno a 122,2 miliardi di euro: il dimezzamento comporterebbe un 3,1% di maggiore Pil e un aumento di 335.000 occupati. Buone notizie sul fronte della spesa per investimenti, che dopo sette anni di calo "inizia a recuperare e prenderà velocità". E' poi ripartita la produzione industriale, anche se rispetto all'aprile 2008 resta inferiore del 23,9%. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia