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Confindustria vede 2015-2016 in graduale ripresa, aiuta calo greggio

Il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - L'economia italiana tornerà al segno più nel 2015, seppure in modo graduale, per poi accelerare nel 2016, secondo le stime di Confindustria, che pure mostra cautela a fronte del fatto che la coda del 2014 sarà ancora negativa. Il Pil è visto per il 2014 a -0,5% (da -0,4% nella precedente stima di settembre), con un ultimo trimestre in riduzione dello 0,1%. L'economia dovrebbe crescere di mezzo punto nel 2015 e dell'1,1% nel 2016. Un aiuto dovrebbe arrivare dalla riduzione del costo del greggio, diminuito di oltre un terzo nelle ultime settimane. Secondo il Centro studi di Confindustria, "ciò comporta il trasferimento di oltre 1.000 miliardi di euro di reddito annuale da un ridottissismo numero di produttori con una enorme ricchezza accumulata a un'ampia platea di consumatori e imprese nei paesi avanzati, con una più ampia propensione alla spesa. Per l'Italia è un guadagno di 14 miliardi annui". In termini di Pil l'impatto "rimane ampiamente positivo: +0,3% sul Pil italiano 2015 e un altro +0,5% nel 2016". La ripartenza dell'economia italiana nel corso del 2015 avverrà in modo progressivo, scrivono gli economisti del Csc, e l'accelerazione nel biennio non raggiungerà ritmi particolarmente sostenuti. "Tuttavia, al momento di chiudere le previsioni, ancora non è chiaro come finirà il 2014 e quindi quale eredità consegnerà al 2015. Gli ultimi dati puntano a una ulteriore, seppur minima (-0,1%), riduzione del Pil nel quarto trimestre", si legge nel rapporto che contiene le nuove stime macroeconomiche del Centro studi di Confindustria (Csc). Oltre alla flessione del costo del barile, per Confindustria avranno impatto positivo sulla crescita italiana anche il deprezzamento del cambio dell'euro (+0,35% sul Pil del prossimo anno e +0,30% aggiuntivo nel successivo), e un maggior dinamismo del commercio globale (+0,2% alla crescita 2015 e +0,1% nel 2016). POLITICA RISTABILISCA CLIMA FIDUCIA In totale, si tratta di un impatto sul Pil di 0,8% nel 2015 e 0,9 l'anno successivo, bilanciato però dal permanere dell'alta disoccupazione che deprime i redditi, l'estrema selettività del credito e l'ampia capacità produttiva inutilizzata che porta Confindustria a stime meno ottimistiche. In Italia, il numero di persone alle quali manca un lavoro, in tutto o in parte, è pari a 8,6 milioni, con un tasso di disoccupazione (compresa la cig), del 14,2%. Tra i giovani, il 43,4% di coloro che cerca un impiego non lo trova, secondo il rapporto. Il Pil pro-capite è sceso del 12,35% reale dal 2007, tornando ai livelli del 1997. "Il freno maggiore è determinato dai timori sulle prospettive della domanda e del reddito, a livello italiano, europeo e globale. Il compito di dissiparli spetta alla politica economica con un quadro chiaro di provvedimenti che aiutino a superare le gravi difficoltà", sottolinea Confindustria. Il deficit/Pil, per l'associazione degli industriali, resta quest'anno nei limiti del 3%, per scendere al 2,7% nel 2015 (da 2,9%) e al 2,5% nel 2016. Il governo ha ridotto al 2,6 dal 2,9% del Pil l'indebitamento programmatico del 2015, dopo aver raggiunto con la Commissione europea l'intesa sugli obiettivi di medio termine. Le nuove stime del governo indicano per il 2014 una contrazione del Pil dello 0,3%, e una crescita dello 0,6% nel 2015. Migliora il rapporto tra debito e Pil visto per il 2014 e il 2015 a 132,2% e 133,8% dalle precedenti stime di 137 e 137,9 per effetto delle revisioni del Pil sui parametri Eurostat. Per il 2016 il debito/Pil è visto dal Csc in lievissimo calo a 133,7%. ((In Redazione a Roma Giselda Vagnoni, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224245, Reuters Messaging: francesca.piscioneri.reuters.com@reuters.net))Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia