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Coronavirus, le parole del medico guarito: "Ho perso gusto e olfatto"

(AP Photo/Luca Bruno)
(AP Photo/Luca Bruno)

Angelo Valerio Marzano, 57 anni, è un dermatologo del Policlinico di Milano. È stato il primo caso di coronavirus noto nel capoluogo lombardo. Dopo 16 giorni di ricovero, ora è guarito, è stato dimesso ed è tornato a casa. Ecco cosa ha raccontato ad AdnKronos.

I sintomi

“La mia paura più grande era non sapere come sarebbe andata a finire”. Il malessere è cominciato lo scorso 23 febbraio: “Non ho avuto grossi sintomi respiratori, ma è stata lunga. L'incertezza è una grossa fonte di preoccupazione e di stress estremo: non poter prevedere quale sarà l'andamento della Covid-19”.

I sintomi sono stati all'inizio febbre, tosse, naso che cola. “Poi ho avuto due momenti critici. Il primo intorno a martedì 25 febbraio: un'iperproduzione di citochine, molecole infiammatorie, a cui si lega un rialzo termico. I colleghi del Sacco sono stati bravissimi, avevano formulato una possibile interpretazione di questo fenomeno infiammatorio che arriva fra la quinta e l'ottava giornata di malattia”.

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Il secondo momento che critico “è stato il 4 marzo, quando è subentrata un'interstiziopatia polmonare, pur in assenza di grossi sintomi respiratori. La lastra alla dimissione per fortuna ha mostrato un miglioramento”.

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Altra particolarità di Covid-19 “è stata l'esantema al tronco: ero ricoperto di micro-vescicole che sono andate via da sole nel giro di una settimana. Questo, mi hanno spiegato gli infettivologi, non è molto comune, ma lo ritengo caratteristico. Sembrava una simil varicella - ha raccontato Marzano -. Colpisce, comunque, l'estrema variabilità della risposta dell'organismo a questa infezione, spetta ai virologi indagare il perché”.

Tra le manifestazioni fisiche della malattia, “per esempio, io ne ho notata una che trovo molto caratteristica e che persiste tuttora, a distanza di settimane: la riduzione della percezione di gusto e olfatto", ha detto Marzano.

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La diagnosi

Quando i medici gli hanno diagnosticato il Covid-19, che a fine febbraio sembrava ancora un’epidemia così geograficamente distante dall’Italia, “la considerazione che mi hanno fatto è stata: 'lei ha frantumato ogni criterio epidemiologico'. Non avevo un legame con la Cina, né con quella che per prima in Italia è stata definita zona rossa, cioè il Lodigiano. Ero stato all'estero, ma in Grecia e in Germania. E non è escluso che io possa essermi infettato proprio in territorio tedesco. Non lo sapremo mai. Certo, pochi giorni dopo la compagnia aerea Lufthansa mi ha comunicato via email che due file davanti a me c'era una persona infetta”.

Le cure

Per le cure sono stati combinati due antivirali che si usano per l'Hiv, “che ho sofferto in modo particolare, e l'antimalarico idrossiclorochina. Terapie che avevano mostrato evidenze in studi in vitro e nelle prime esperienze cinesi”.

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La guarigione: “Ho festeggiato da solo”

Dopo questi momenti difficili, ha concluso Marzano, la “gioia del primo tampone con verdetto negativo”. Virus sparito. “Ho festeggiato da solo, ovviamente, e in maniera sobria perché ero ancora in ripresa. Ma ricordo il momento più bello: la prima doccia quando sono rientrato a casa. La doccia più bella della mia vita”.