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CORRETTO - Enea: Italia verso clima nordafricano, 33 aree a rischio inondazione

ROMA (Reuters) - Il cambiamento climatico potrebbe provocare in Italia estati e inverni sempre più secchi e aridi, come in Nord Africa, oltre a sommergere entro la fine del secolo 33 aree costiere. Lo indica una serie di studi realizzati dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile (Enea), mentre è in corso a Parigi il vertice mondiale per la lotta ai cambiamenti climatici. "Lo scenario più probabile è quello di meno precipitazioni d'estate e precipitazioni invernali particolarmente intense, meno distribuite e più localizzate", dice a Reuters Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio di modellistica climatica e impatti dell'Enea. Le conseguenze sarebbero più forti nel Sud Italia "con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e una crescente carenza di acqua che determinerà il progressivo inaridimento dei suoli, con ripercussioni su agricoltura, attività industriali e salute umana", dice un comunicato dell'agenzia di ricerca. Questo scenario, precisa Sannino, resterebbe valido anche se dalla Conferenza di Parigi uscisse un accordo per limitare a 2 gradi l'aumento globale delle temperature. Secondo i ricercatori dell'Enea l'innalzamento del livello del mare (e anche del riscaldamento delle acque e dell'abbassamento del suolo, fenomeno provocato comunque dallo scioglimento dei ghiacci polari) rischia di sommergere 33 aree costiere italiane, tra cui la laguna di Venezia e il delta del Po - dove il mare risalirebbe di 50-100 centrimetri, allagando circa 5.000 km quadrati di territorio - il golfo di Cagliari, l'area circostante il Mar Piccolo di Taranto, la foce del Tevere, la Versilia e la piana di Catania. Per questo, l'Enea propone non solo "un sistematico monitoraggio con mareografi e satelliti", ma anche una "attenta programmazione" delle attività umane sulle coste per adattarsi agli scenari futuri. (Massimiliano Di Giorgio) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia