Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.375,87
    +67,87 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    18.352,76
    +164,46 (+0,90%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,32
    -0,56 (-0,67%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.032,92
    -1.753,56 (-3,26%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.170,85
    -37,85 (-3,13%)
     
  • Oro

    2.399,30
    +29,90 (+1,26%)
     
  • EUR/USD

    1,0844
    +0,0029 (+0,27%)
     
  • S&P 500

    5.567,19
    +30,17 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8457
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9703
    -0,0023 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4779
    +0,0065 (+0,44%)
     

Corruzione, studio: nella Pa più forma che sostanza per prevenzione

ROMA (Reuters) - La legge per la prevenzione della corruzione, del 2012, è rispettata alla lettera dalla Pubblica amministrazione ma le procedure di controllo e monitoraggio sono carenti con un applicazione delle norme che in molti casi è solo formale. Lo evidenzia uno studio del Laboratorio Frodi dell'Osservatorio di revisione di Sda Bocconi in collaborazione con Pwc, che ha fotografato l'applicazione, in oltre 200 enti pubblici negli ultimi 2 anni, della legge 190 del 2012, che detta le norme per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. Ieri, nella relazione sull'attività dell'Unità di informazione finanziaria istituta presso la Banca d'Italia, che monitora il rischio del riciclaggio, era stata evidenziata la "scarsa sensibilità" degli uffici della Pa "particolarmente esposti all'incidenza della corruzione nei settori degli appalti e dei finanziamenti pubblici". Anche se lo studio registra una generale conformità degli enti esaminati ai dettami della normativa, emerge però una certa incoerenza circa il concreto approccio nella prevenzione. "Per esempio, il 71% ha introdotto una policy volta a regolare la selezione dei fornitori ma solo l’8% valuta le performance dei fornitori selezionati". Poi mancano, rileva lo studio, presidi su specifiche aree a rischio "come le spese di rappresentanza, donazioni, spese del personale dirigente". Infine, "talvolta l'applicazione delle regole è solo formale". Per quanto riguarda la trasparenza, per esempio, "il 95% dei comuni capoluogo di provincia ha una sezione Amministrazione Trasparente nel proprio sito ma essa non riporta i principali temi per cui è indicato fornire informazioni e solo il 15% ha previsto un flusso informatico adeguato". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia