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Crediti deteriorati, Bce sollecita creazione piattaforma unica europea

L'Eurotower di Francoforte, sede della Bce. Foto del 22 novembre 2017. REUTERS/Kai Pfaffenbach (Reuters)

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea suggerisce la creazione di una nuova piattaforma unica privata per il trading dei crediti bancari deteriorati, che aiuti a far partire un mercato che avrebbe effetti assai benefici sui bilanci degli istituti di credito.

Lo stock di Npl (non performing loan) in portafoglio alle banche della zona euro è attualmente pari a circa 800 miliardi di euro.

Tra i propri obiettivi principali Francoforte si è data quello di far fronte al problema dei crediti deteriorati, il cui cumulo riduce l'erogazione del credito andando quindi in direzione opposta a tutte le misure di stimolo messe a punto dalla banca centrale.

Tra le mosse più recenti in tale ambito la proposta, duramente criticata da parte italiana, di linea guida aggiornate in senso molto restrittivo per le nuove sofferenze -- a fronte delle quali le banche dovranno accantonare il 100% in due anni nel caso di crediti non garantiti e sette anni in caso di garanzia.

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Una soluzione possibile -- scrive la Bce nel rapporto semestrale 'Financial Stabilty Review' -- sarebbe quella di mettere a punto una nuova piattaforma unica che funga da banca dati per i crediti deteriorati, sistema di scambio e archivio dai dati sugli scambi.

Una simile piattaforma avrebbe vantaggi in termini di trasparenza, abbatterebbe i costi delle transazioni, migliorerebbe il coordinamento in caso di richieste di multipli creditori e aprirebbe il mercato a nuovi investitori.

"Una più ampia partecipazione degli investitori avrebbe numerosi importanti benefici, con una chiusura del divario tra le quotazioni 'bid' e 'ask', in un mercato più competitivo che attrarrebbe anche investitori che operano con un profilo di rischio più basso" dice ancora la Bce.

Al settore privato che volesse impegnarsi per mettere a punto la piattaforma potrebbero essere offerti incentivi, compresi sgravi fiscali.

Una partecipazione statale non sarebbe invece prerequisito.

"Il ruolo delle autorità nella creazione della piattaforma dovrebbe essenzialmente limitarsi alla sorveglianza, al sostegno nella fase di start-up e all'offerta incentivi. Non è invece necessario -- ed è preferibile non avvenga -- che lo Stato entri nell'azionariato".

Per svolgere correttamente il proprio ruolo la piattaforma deve garantire identico accesso agli investitori e non può avere funzione di monopolio.

Potrebbe essere necessario -- conclude lo studio -- anche un aggiustamento della normativa sulla protezione dei dati, in modo da garantire adeguata sicurezza ai singoli creditori o alla qualità degli asset delle singole banche.

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