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Crisi alimentare, volano accuse tra Washington e Mosca mentre la carestia incombe

Il terzo mondo sta affrontando una crisi alimentare senza precedenti, ma il peggio è ancora di là da venire: l'allarme arriva dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, che alla vigilia del G7 di Monaco ha esortato i leader mondiali ad agire subito.

Sull'orlo di una gravissima carestia, per via del blocco di grano e cereali russi e ucraini, ci sono 50 milioni di persone in 45 paesi, molti dei quali già afflitti da problemi di malnutrizione infantile.

Una crisi che già imperversa in Africa orientale e che ora rischia di dilagare anche in America latina e nei paesi a medio reddito, che iniziavano appena a riprendersi dai contraccolpi della pandemia e si trovano ora a dover affrontare inflazione, caro vita ed energia alle stelle.

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All'inizio di giugno, subito prima di un incontro a Sochi con Vladimir Putin,  il presidente dell'Unione africana Macky Sall puntò il dito, di fronte al Consiglio d'Europa, sulle sanzioni contro la Russia, al cui impatto - specialmente per quanto riguarda il commercio di fertilizzanti e prodotti agricoli - sarebbe da addebitare parte della carestia incombente sui paesi africani.

Accuse prontamente respinte dal Segretario di stato americano Anthony Blinken, che ha rimpallato su Mosca ogni responsabilità.

"Le sanzioni che abbiamo imposto alla Russia collettivamente e con molti altri Paesi esentano gli alimenti, esentano i prodotti alimentari, esentano i fertilizzanti, esentano gli assicuratori, esentano gli spedizionieri" ha dichiarato. "Quindi non c'è nessuna ragione per questa situazione, nessun'altra se non il blocco dell'Ucraina da parte della Russia e il rifiuto della Russia di esportare in molti casi il proprio grano per ragioni politiche".

Ma secondo Putin, la crisi sarebbe fomentata dall'occidente, che starebbe proditoriamente bloccando fertilizzanti e prodotti agricoli russi, fondamentali per le coltivazioni africane, in modo da alimentare il malcontento e le pressioni internazionali verso Mosca.

"Quanto sta accadendo non è il risultato degli ultimi mesi e ancor più non è conseguenza dell'operazione militare speciale della Russia per proteggere il Donbas" ha dichiarato il Presidente russo in videoconferenza con gli omologhi dei BRICS (che oltre alla Russia comprendono Brasile, India, Cina e Sudafrica).

Alcuni paesi occidentali usano uno spregiudicato cinismo nell'approcciare queste questioni, destabilizzando il mercato globale della produzione agricola

Intanto, però, a Odessa enormi carichi di grano continuano a restare bloccati nei camion o nei silos portuali. All'inizio del mese, Kiev aveva stimato di doverne mobilitare almeno 22 milioni di tonnellate, per salvare il terzo mondo dalla fame e la propria economia dal collasso