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Crisi, Confcommercio: da 1992 a oggi possibilità consumo italiani -23%

ROMA (Reuters) - Dal 1992 ad oggi in Italia il reddito disponibile per abitante al netto delle spese obbligate è sceso del 23%, passando da 14.300 euro ai 10.900 di quest'anno. A dirlo è Confcommercio, che oggi ha presentato la Nota di aggiornamento al Rapporto consumi. Nell'attuale quadro di crisi, ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, "un ulteriore freno alla ripartenza dei consumi viene dall'aumento sensibile delle spese obbligate - abitazione, trasporti, spese mediche, assicurazioni - che ha raggiunto il 41% del totale della spesa delle famiglie" dal 32,3% del 1992. Sangalli segnala come il peso degli 'obbligati' sia cresciuto tanto perché i prezzi di questi beni e servizi dal 1992 al 2014 sono più che raddoppiati, complice il fatto che "si tratta di settori non del tutto liberalizzati". EFFETTO "RENZI+80 EURO" SU SPESA MODESTO Secondo l'Ufficio studi di Confcommercio l'effetto "Renzi+80 euro" - l'arrivo del premier a Palazzo Chigi a fine febbraio e il bonus fiscale per i redditi sotto i 24.000 euro in busta paga da maggio - ha "migliorato il 'sentiment' dei consumatori tra marzo e maggio producendo però solo modesti effetti sui comportamenti di spesa tra aprile e luglio". Ad agosto, secondo i dati Istat, la fiducia dei consumatori è scesa a 101,9 dal 104,4 di luglio, sotto le attese degli analisti, dopo avere toccato a maggio il punto più alto dall'inizio del 2010. Sangalli chiede che il bonus da 80 euro sia esteso ai lavoratori autonomi e si dice fiducioso che Renzi riuscirà in questo obiettivo. In attesa di vedere cosa farà il governo sui temi delle tasse e del lavoro, Confcommercio conferma la previsione che quest'anno si chiuda con un aumento dei consumi dello 0,2% rispetto al 2013. "DEBOLEZZA E' DEI BENI, NON SEI SERVIZI" "L'economia italiana ha perso due decenni", sottolinea Mariano Bella, uno dei curatori della nota, spiegando che "rispetto al 2007 le nostre tasche si sono svuotate di 2.600 euro". "In poco più di vent'anni, dal 1992 al 2013, i consumi sono cresciuti di un modestissimo 12,3%", spiega Bella. "Ma se guardiamo al dettaglio, emerge un fatto ingiustamente trascurato: la crescita è tutta legata a consumi di servizi, la cosiddetta terziarizzazione dei consumi". La quota dei servizi nel 2013 ha infatti raggiunto il 53% del consumo, a indicare secondo Confcommercio che "la debolezza della domanda interna non è stata e non è dei consumi bensì dei consumi materiali, cioè dei beni". (Antonella Cinelli) ((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224245, Reuters Messaging: francesca.piscioneri.reuters.com@reuters.net))Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia