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Da Moschino fuoco e fiamme e il primo abito-candeliere della storia

Non è un caso se tra le sua fan più accanite annoveri personaggi del calibro di Miley Cyrus e Paris Hilton: Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino, si è sempre contraddistinto per il suo modo ironico, stravagante e decisamente coraggioso di fare moda, e con l’ultima collezione presentata alla Milano Fashion Week ha tenuto fede alla sua reputazione.

Deciso a surriscaldare gli animi dei presenti - nel vero senso della parola - il visionario designer ha scelto di mandare in scena le modelle con indosso abiti con vistose bruciature, che in certi casi esalavano ancora fumo persino una volta in passerella: una sorta di “falò delle vanità” in cui a dare risalto alle creazioni di Scott è stata una location che tra tappeti, cornici dorate e specchi sembrava un incrocio tra un bar anni ’40 e un boudoir.

Ma il vero colpo di scena è arrivato quando la modella danese Sanne Vloet è salita in passerella indossando - letteralmente - un gigantesco candelabro luccicante che le si appoggiava sulla via e si allargava sulle gambe come una sorta di “gonna” rigida e scintillante.

Un vero e proprio coup de théâtre che ha entusiasmato gli spettatori e confermato ancora una volta lo stile inconfondibile di Scott, che non si è limitato a giocare con la moda, ma anche presentato una serie di modelli che promettono di diventare veri e propri cult, dallo smoking di raso nero incrostato di swarovski che riproducevano uno scheletro umano, micro top in pelle d’ispirazione fetish abbinati a gonne a tubo in colori sgargianti ed elegantissime creazioni incrostate di paillettes.

Anche se a suscitare maggiore interesse da parte degli addetti ai lavori sono state proprio le bruciature ad arte sui tessuti preziosi degli abiti da sera e persino su accessori come borse e cappelli.

Scott, d’altronde, nel firmare uno dei suoi accessori cult (la cover per smartphone) era stato chiaro: “La moda uccide”.