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Da nord a sud monta la protesta di prof e studenti contro ingressi scaglionati e cattedre vuote (di I.Betti)

(Photo: Facebook)
(Photo: Facebook)

Da Nord a Sud, il mondo della scuola è in subbuglio: studenti, professori e talvolta anche presidi, fanno fronte comune contro le cattedre ancora vuote e contro la doppia fascia oraria d’ingresso, che vedrebbe il secondo turno di studenti entrare alle 9.40. A Roma, ad esempio, sono in rivolta studenti e personale docente dei licei Keplero, Newton, Azzarita, Avogadro, Vittoria Colonna e Pilo Albertelli (occupato fino a venerdì). Le lezioni protratte fino al pomeriggio determinano pesanti disagi per i ragazzi, costretti a rincasare troppo tardi. Ma non è l’unico disagio: si attende ancora dall’Ufficio scolastico regionale la nomina di circa 700 docenti a Roma e provincia. “Ci sono istituti senza professori e chi ne ha più di quelli necessari”, afferma Cristina Costarelli, presidente Anp Lazio. Il liceo Keplero denuncia l’assenza di una ventina di docenti, mentre nel liceo dei Parioli uno studente afferma: “Abbiamo un supplente di Arte fino a dicembre, mentre ancora ci manca il professore di Scienze”.

I dirigenti scolastici sostengono la rimodulazione degli orari. “I ragazzi non hanno più una vita, non possono fare sport o attività extrascolastiche”, spiega Costarelli, anche dirigente del liceo Newton. I problemi che hanno portato alla mobilitazione sono pressoché identici al turistico Bottardi nella periferia Nordest. La conferma arriva da Diletta Cristoforo, tra gli organizzatori del picchetto. Tutte le classi tranne il primo anno si alternano tra le 8 e le 9,40, con il risultato dell’uscita alle 15,45. Molti studenti sono pendolari e con questo scaglionamento tornano a casa solo intorno alle 18. “In questo modo - lamentano - si creano gravi problemi a chi lavora dopo la scuola, ma anche a chi vuole semplicemente studiare o praticare sport”.

Criticità che sono fortemente sentite da studenti che svolgono percorsi scolastici non classici, come coloro che frequentano la sezione sportiva del Liceo Scientifico Archimede Pacinotti. Sono studenti atleti e si allenano fin dalle prime ore del pomeriggio tutti i giorni. Per loro uscire alle ore 15.10 anche solo due giorni a settimana significa interrompere un percorso agonistico. Per non parlare poi degli studenti residenti fuori città che ritornano a casa anche alle 17.30. Il tempo per lo studio viene così ridotto all’osso, oltre alla stanchezza che impedirebbe ai giovani di dare il massimo nella restante parte della giornata.

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In agitazione anche le scuole di Civitavecchia che venerdì manifesteranno “contro orari che impediscono di vivere”. In particolare, al Liceo Scientifico e linguistico Galileo Galilei, gli studenti chiedono una deroga al doppio orario di ingresso fissato alle ore 8 e alle 9,40e di inizio delle attività didattiche. Sono numerosi gli studenti costretti ad un quotidiano pendolarismo per frequentare gli istituti superiori fuori città, a causa della decisione di scaglionare gli orari di entrata da settimane stanno subendo gravissimi disagi, con ripercussioni sull’intera gestione della giornata. “Posticipare il termine delle lezioni alle prime ore del pomeriggio significa per molti studenti pendolari che risiedono nei vari centri del comprensorio di Santa Marinella, Cerveteri, Tolfa e Allumiere rientrare alle proprie abitazioni anche alle 16.30/17.00 e dover rinunciare a svolgere qualsiasi altra attività che sia essa ludica sportiva o di socializzazione”, scrive il sindaco di Santa Marinella in una lettera indirizzata al Prefetto.

Proteste anche a Bari e provincia contro il doppio turno degli studenti. I ragazzi del liceo Flacco hanno organizzato un sit-in per chiedere alla prefetta Antonella Bellomo di rivedere la decisione del doppio turno che coinvolgerebbe soltanto il biennio ma con “orari improponibili”. Diverse le criticità raccolte, come i ritardi dei mezzi di trasporto - “Non sono affidabili” - e le difficoltà psicologiche: ”È alienante. I ragazzi di primo non sanno che faccia abbiano quelli più grandi”. Gli studenti presenteranno una serie di proposte alla preside Maria Rosaria Clelia Gioncada, come una turnazione allargata anche al triennio per “ammortizzare” il peso del secondo turno.

Al fianco degli studenti, in molti casi, sono scesi anche professori e presidi. Salvatore Salzillo, dirigente del Liceo Scientifico Giocacchino Pellecchia di Cassino, ad esempio, ha dichiarato: “Gli studenti hanno pienamente ragione. Sono stati creati i doppi turni e poi quando i ragazzi prendono il pullman per tornare a casa al pomeriggio si ritrovano stretti come sardine, altro che assembramento. Si creano troppi disagi in entrambe le turnazioni”, riporta Skuola.net. Si protesta anche a Milano e provincia, dove i ragazzi degli Istituti Marcora e Lombardini hanno criticato gli intervalli troppo brevi e “imprigionati” in classe. “Non accettiamo che l’intervallo si faccia esclusivamente in aula, che non si possa andare in bagno o che non ci si possa servire delle macchinette del caffè e degli snack”, affermano gli studenti.

Non è solo l’orario scaglionato a mettere in crisi il mondo della scuola. Anche le cattedre vuote, in alcuni istituti, continuano ad essere un problema. Al 20 settembre, quindi dopo l’inizio delle lezioni, mancavano nella Capitale circa 2800 docenti e questa assenza aveva minacciato il tempo pieno. A Roma e provincia si attende ancora dall’Ufficio scolastico regionale la nomina di circa 700 docenti. I precari danno la colpa al nuovo algoritmo, il quale è nato con il compito di rivoluzionare l’attribuzione delle supplenze nel tentativo di semplificare un adempimento che per gli uffici scolastici ha sempre impegnato giorno e giorni di convocazioni. Alcuni errori sono da imputare ai docenti stessi, all’inesperienza, al non aver letto con accuratezza le istruzioni per la compilazione della domanda, la circolare sulle supplenze, le FAQ proposte dal Ministero. La conseguenza più grande è stata che “il docente che non indica tutte le sedi scolastiche o che, pur nominato non si presenta presso la sede ad esso assegnata, è considerato rinunziatario rispetto alle stesse, con conseguente preclusione rispetto ai successivi scorrimenti.” Lo spiega con dovizia l’ufficio Scolastico di Avellino ai docenti che, non avendo ottenuto l’incarico annuale “lamentano di essere stati “incredibilmente scavalcati”, “pretermessi in modo illecito”, “illegittimamente sopravanzati” nelle graduatorie in favore di altri aspiranti che occupano una posizione successiva”.

L’Anief, Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, si scaglia contro alcuni “lati oscuri” del Green pass che pregiudicherebbero la presenza degli insegnanti negli istituti. Come la nota emessa dal Ministero dell’Istruzione (la 1534) in base alla quale il rientro del docente o dell’amministrativo Ata “sospeso potrà avvenire con certificazione verde valida e alla conclusione della supplenza conferita per sostituirlo”. Dunque, la sospensione della retribuzione e di ogni altro compenso o emolumento, oltre che del servizio valido ai fini pensionistici, va oltre il periodo effettivo di reale mancanza della certificazione verde. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “per garantire diritto allo studio e continuità del servizio si sta pregiudicando il più elementare diritto dei lavoratori: quello alla garanzia del posto di lavoro e dello stipendio collegato. Rendere ultrattiva una sanzione già, a nostro modo di vedere, penalizzante e discriminatoria, quella legata alla mancata presentazione del Green Pass, rappresenta un atto grave contro il quale ci batteremo in tutte le sedi possibili, ad iniziare da quelle giudiziarie”, conclude il leader del giovane sindacato.

Mancano le cattedre anche per il sostegno. Se da un lato aumentano gli alunni con disabilità (da 217.452 del 2015-16 a 277.840 del 2021-2022) a diminuire, soprattutto nell’ultimo anno, sono i docenti di sostegno (184.834 nel 2020-21, mentre saranno 172.110 nel 2021-22). 21mila sono i posti di sostegno in Lombardia (quasi 7mila in deroga), mentre sono oltre 8mila i posti in deroga in Sicilia (mentre 12mila sono quelli di ruolo). C’è poi il Lazio con quasi 20mila posti (oltre 8mila in deroga). In Lombardia gli alunni con disabilità sono oltre un milione (il 15,7% del totale), mentre in Sicilia sfiora i 700 mila (9,3% del totale). A colpire particolarmente è il Friuli Venezia Giulia: 138mila alunni con disabilità (1,9% del totale) con 1.665 docenti di sostegno, praticamente un docente ogni dodici alunni.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.