Di Maio: M5s punta a spending review, tasse su idrocarburi e banche, sforamento deficit
ROMA (Reuters) - Un eventuale governo guidato dal Movimento Cinque Stelle punterà su un nuovo piano per il lavoro e sul reddito di cittadinanza, da finanziare attraverso una nuova spending review e la riorganizzazione della pubblica amministrazione, ma imporrà anche tasse maggiori sugli idrocarburi e attuerà lo sforamento del rapporto deficit/Pil.
Lo dice il candidato premier del M5s, Luigi Di Maio, in una lunga intervista pubblicata oggi dal quotidiano "il Mattino", in cui parla anche di un piano di investimenti infrastrutturali per il Sud e della creazione di una banca pubblica presso il Ministero dello Sviluppo Economico per concedere credito agevolato alle imprese.
Di Maio aggiunge che la tassazione sugli utili finanziari va cambiata perché "non è in linea con la media dei nostri partner europei" e che le fondazioni bancarie "non potranno godere di una fiscalità di vantaggio sugli investimenti nelle imprese".
"In una prima fase il reddito di cittadinanza procederà su un binario separato. L'obiettivo finale, che sarà raggiunto per gradi, è però il superamento degli attuali ammortizzatori sociali", dice Di Maio nell'intervista, aggiungendo che "il nostro impegno è garantire a tutti di arrivare a 780 euro per i single senza figli".
Secondo Di Maio la misura avrà un costo di 17 miliardi di euro. L'esponente M5s aggiunge però che la misura punta al reinserimento lavorativo su scala nazionale e che "l'obiettivo finale del reddito di cittadinanza è abolire il reddito di cittadinanza".
Per finanziare i vari interventi, Di Maio indica il taglio delle aziende partecipate che non rendono servizi agli enti locali, la centralizzazione degli acquisti e la riorganizzazione della pubblica amministrazione, che valuta complessivamente in 50 miliardi di euro.
Tra i tagli, che frutterebbero altri 9 miliardi di euro, anche quelli di opere che definisce "inutili" nel Nord, come la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.
Di Maio cita esplicitamente lo sforamento del rapporto deficit/Pil al 3%, una delle principali regole di bilancio della Ue: "Certo non posso escludere che alcuni di questi investimenti punteremo a farli in deficit. Ci siederemo al tavolo con l'Europa e, senza aut aut, cercheremo di far capire che l'epoca dell'austerity è finita e che la spesa per investimenti non può rientrare nel computo del deficit".
Il candidato premier parla poi di un piano per la riconversione energetica che prevederà "sgravi per chi investe nelle energie pulite e rinnovabili e maggiori costi per chi invece opera nei settori tradizionali".
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