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Dieselgate: dopo Volkswagen e Mitsubishi lo scandalo si estende

Chi pensava che lo scandalo dieselgate fosse chiuso si è sbagliato. E anche di grosso. A scendere in campo, questa volta, è il Governo di Berlino, che ha deciso di fare chiarezza sulle emissioni di NOx e ha imposto un richiamo di 630mila vetture. Tra i marchi coinvolti ci sono: Audi (Londra: 0FG8.L - notizie) , Volkswagen (Londra: 0P6N.L - notizie) , Porsche, Opel e Mercedes (Xetra: 710000 - notizie) -Benz (possibili problemi anche per Renault (Londra: 0NQF.L - notizie) , che fornisce alcuni motori alla Stella).

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) auto sono state classificate in tre distinti gruppi:

  1. quelle con valori di NOx fuori norma, ma “giustificati” in modo plausibile;

  2. quelle con valori fuori norma ma le cui spiegazioni non sono state giudicate soddisfacenti;

  3. quelle con il defeat device di Volkswagen.

Ecco nel dettaglio, i modelli diesel testati dal governo tedesco, stando all’aggiornamento del 22 aprile 2016.

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Gruppo I

Audi A3 2.0 Euro 6 EA 288

Audi A6 2.0 Euo 6 EA 288

Audi A6 V6 3.0 Euro 6 EA 288

BMW (Swiss: BMW.SW - notizie) 320 2.0 Euro 5

BMW 216 1.6 Euro 6

BMW 530 3.0 Euro 6

Fiat Panda 1.3 Euro 5

Ford Focus 2.0 Euro 5

Honda HR-V 1.6 Euro 6

Land Rover Range Rover Evoque 2.0 Euro 6

Mazda (BSE: MAZDALTD.BO - notizie) 6 2.2 Euro 6

Mercedes C220 Bluetec 2.1 Euro 6

Mercedes S 350 Bluetec Euro 6

Mercedes Sprinter 2.1 Euro 5

Mitsubishi ASX 2.3 Euro 5

Opel Astra 2.0 Euro 5

Peugeot (Other OTC: PUGOF - notizie) 308 SW 1.6 Euro 6

Smart Fortwo 0.8 Euro 5

Toyota Auris 2.0 Euro 5

Volvo V60 2.0 Euro 6

VW Golf VII 1.6 Blue Motion Euro 6 EA 288

VW Golf VII 2.0 Euro 6 EA 288

VW Passat 2.0 Euro 6 EA 288

VW Sportsvan 2.0 Euro 6 EA 288

VW Touran 2.0 Euro 6 EA 288

VW Golf 1.6 Euro 5

VW Touareg V6 3.0 Euro 6

Gruppo II

Alfa Romeo Giulietta 2.0 Euro 5

Audi A6 V6 3.0 Euro 5

Chevrolet Cruze 2.0 Euro 5

Dacia Sandero 1.5 Euro 6

Fiat Ducato 3.0 Euro 5

Ford C-Max 1.5 e 2.0 Euro 6

Hyundai ix35 2.0 Euro 5

Hyundai i120 1.1 Euro 6

Jaguar XE 2.0 Euro 6

Jeep Cherokee 2.0 Euro 5

Land Rover Range Rover 3.0 Euro 5

Mercedes V250 Bluetec 2.1 Euro 6

Nissan Navara 2.5 Euro 5

Opel Insignia 2.0 Euro 6

Opel Zafira 1.6 Euro 6

Porsche Macan 3.0 V6 Euro 6

Renault Kadjar 1.6 e 1.5 Euro 6

Suzuki Vitara 1.6 Euro 6

VW Amarok 2.0 Euro 5

VW Crafter 2.0 Euro 5

Gruppo III

VW Beetle 2.0 EA 189 Euro 5

VW Golf Plus 1.6 EA 189 Euro 5

VW Passat 2.0 EA 189 Euro 5

VW Polo 1.2 EA 189 Euro 5

Le autorità tedesche avevano sollevato dubbi circa la legittimità della cosiddetta “finestra termica”, quella che consente ai costruttori – ufficialmente per proteggere il motore – di disattivare i sistemi per l’abbattimento delle NOx in base alle temperature. In alcuni casi le temperature erano state giudicate un po’ troppo elevate: per una Opel si arrivava a 17°.

La Commissione d’inchiesta ha agito su indicazione dall’azienda Bosch (BSE: BOSCHLTD.BO - notizie) , la quale aveva informato la KBA (Kraftfahrt Bundesamt, l’autorità federale sui trasporti).

Questa è l’ennesima mazzata che arriva sulla testa dell’industria automobilistica. Ricordiamo che nei giorni scorsi il numero uno di Mitsubishi (Londra: 7035.L - notizie) , Tetsuro Aikawa, aveva ammesso che la casa giapponese ha falsificato i dati sui consumi di 625.000 veicoli prodotti dal 2013 in poi. In questo caso la scoperta è stata fatta in seguito ad un’indagine sollecitata da Nissan, per conto della quale Mitsubishi ha fabbricato 468.000 delle auto coinvolte (Dayz e Dayz Roox).

Nissan aveva chiesto chiarimenti perché i propri dati non coincidevano con quelli della casa dei Tre Diamanti. I modelli del “fuelgate” giapponese sarebbero quattro: si tratterebbe delle cosiddette “K-cars”, cioè veicoli di dimensioni ridotte particolarmente adatti al traffico delle grandi metropoli ed agli ancora più contenuti spazi di parcheggio, non vendute in Europa.

In questi giorni, inoltre, il Ministero pubblico federale della Svizzera ha deciso di delegare ai colleghi tedeschi l'onere di trattare le segnalazioni formali inoltrate da clienti residenti nella Confederazione. Si stima che in Svizzera ci siano 180.000 veicoli Volkswagen con motore diesel equipaggiate con il software che consente di truccare i test sulle emissioni dei gas di scarico.

I conti di Volkswagen

Senza dubbio i problemi che stanno sorgendo a livello mondiale sulle emissioni dei motori stanno penalizzando pesantemente i conti delle case automobilistiche.

La Volkswagen, la prima casa automobilistica coinvolta nello scandolo negli Usa, ha chiuso il 2015 con una perdita operativa di 4,1 miliardi di euro, causata da oneri straordinari per 16,2 miliardi legati allo scandalo per la manipolazione dei test sulle emissioni. La casa automobilistica tedesca ha registrato una perdita netta di 1,582 miliardi e ricavi per 213,3 miliardi (+5,4%).

Nonostante la perdita, il consiglio di gestione e di sorveglianza proporranno agli azionisti la distribuzione di un dividendo pari a 0,11 euro per azione ordinaria e 0,17 euro per azione privilegiata. Volkswagen ha anticipato che il risultato operativo quest'anno calerà almeno del 5% rispetto al 2015.

Il consiglio di gestione di Volkswagen ha deciso di congelare il 30% dei bonus destinati ai nuovi consiglieri-amministratori per il 2015, che potranno essere versati nel corso di tre anni a seconda della performance di Borsa del titolo della Casa automobilistica. Inoltre i dati di bilancio negativi hanno impattato sulla remunerazione variabile dei membri del board nella misura del 25%. In totale, la remunerazione di un membro ordinario ha subito una decurtazione del 39% (da 5,3 a 3,2 milioni di euro).

Autore: Forexlibero.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online