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Elezioni presidente della Repubblica, primo scrutinio probabilmente non decisivo

Panoramica della Camera dei Deputati a Roma

di Angelo Amante e Gavin Jones

ROMA (Reuters) -La votazione per eleggere il presidente della Repubblica si è aperta oggi, con il presidente del Consiglio Mario Draghi tra i candidati forti in una corsa ancora tutta aperta che sarà monitorata con attenzione dai mercati finanziari.

Mentre in Parlamento si stanno svolgendo le operazioni di voto, che saranno archiviate con ogni probabilità con un nulla di fatto, la giornata è stata scandita da incontri tra i leader della coalizione, alla ricerca di una soluzione che eviti il rischio di elezioni anticipate.

SALVINI VEDE DRAGHI POI INCONTRI CON LETTA E CONTE

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Oggi il segretario della Lega Matteo Salvini, che secondo fonti politiche stamani avrebbe visto Draghi, ha incontrato alla Camera il segretario PD Enrico Letta. I due contano di rivedersi domani.

"Con il faccia a faccia si è aperto un dialogo: i due leader stanno lavorando su delle ipotesi", riferiscono in una nota i due partiti con una fonte Dem che dice che "tutti gli scenari" sono stati esaminati, compreso quello di un eventuale prossimo governo.

Il leader del Carroccio ha visto in giornata anche quello del M5s, Giuseppe Conte, in un incontro in cui, secondo fonti pentastellate, "c'è stata totale sintonia sulla necessità di rafforzare e intensificare il confronto [...] per mettere da parte al più presto le schede bianche e scrivere un nome che unisca il Paese".

Oggi per prendere tempo Movimento 5 Stelle, Pd e Lega voteranno scheda bianca, in un processo di voto che coinvolge oltre 1.000 tra parlamentari e rappresentanti regionali che dalle 15,00 a Montecitorio stanno votando.

Il vincitore dovrà ottenere una maggioranza qualificata dei due terzi nei primi tre scrutini, o la maggioranza assoluta a partire dal quarto scrutinio.

Draghi ha indicato la sua disponibilità a essere eletto ma alcuni partiti sono riluttanti a fornire il proprio sostegno, per paura che la sua elezione possa portare ad una situazione di instabilità politica e a elezioni anticipate.

"Togliere Draghi dall'incarico di presidente del Consiglio in questo momento sarebbe pericoloso", ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini, facendo eco alle parole di Silvio Berlusconi.

L'ex premier e fondatore di Forza Italia si è ritirato dalla corsa sabato dopo che dal centrosinistra era stato esclusa ogni possibilità che potesse avere un sostegno, rendendo impraticabile la ricerca dell'ampio consenso necessario.

Qualora l'accordo tra i partiti portasse Draghi al Colle, sarà necessario trovare anche un accordo per il governo, in modo da non mettere a rischio i piani di spesa per oltre 200 miliardi di euro di fondi Ue per il rilancio post pandemia.

Fino a non molto tempo fa, Draghi era il favorito assoluto nella corsa al Quirinale.

Ma con Salvini e Berlusconi che gli chiedono di rimanere a Palazzo Chigi fino alle elezioni del 2023, le sue chance di vittoria sembrano essere diminuite, benché l'ex-presidente Bce rimanga tra i favoriti.

Altri candidati possibili sono l'ex-presidente della Camera Pierferdinando Casini, l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, il presidente del Senato Elisabetta Casellati, ed Elisabetta Belloni, diplomatica di carriera al momento a capo dei Servizi segreti.

Mattarella ha escluso la possibilità di accettare un nuovo mandato, ma alcuni politici, in maniera particolare Letta, hanno ventilato l'ipotesi di chiedere al presidente della Repubblica di rimanere al Quirinale.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)