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Eni Algeria, da procura Milano accertamenti su trust Scaroni

L'ex ad di Eni Paolo Scaroni. REUTERS/Zoubeir Souissi (Reuters)

MILANO (Reuters) - Nell'ambito dell'indagine per presunta corruzione internazionale per alcuni contratti in Algeria da parte di Saipem, la procura di Milano sta facendo accertamenti su un trust che vede come beneficiario l'ex-AD di Eni Paolo Scaroni - tra gli indagati nell'inchiesta - e la sua famiglia. Lo riferiscono fonti investigative, precisando che gli accertamenti sul "The Paolo Scaroni trust" - di cui sono beneficiari anche sua moglie e i suoi discendenti - puntano a capire se la provenienza del denaro del trust sia lecita. Non è stato possibile contattare per un commento i legali di Scaroni che, come le società coinvolte, ha sempre respinto ogni addebito. Le fonti spiegano che gli accertamenti stanno avvenendo tramite una rogatoria in Svizzera. Altre rogatorie sono state avviate in Lussemburgo, Algeria, Francia, Hong Kong, Singapore e Libano, per ricostruire gli spostamenti di denaro della società di mediazione Pearl Partners, controllata da Farid Bedjaoui, già destinatario di un mandato di cattura per corruzione internazionale nell'ambito della stessa inchiesta. La procura di Milano - che ipotizza il reato di corruzione internazionale per presunte tangenti pagate da Saipem per sette contratti di appalto in Algeria da 8 miliardi di euro - ritiene che Saipem e sue controllate abbiano pagato globalmente 197.934.798 euro alla società di mediazione Pearl Partners, che le avrebbe in larga parte girate come tangenti all'allora ministro dell'Energia algerino Chakib Khelil, a suoi familiari e persone del suo entourage in posti chiave di Sonatrach, l'ente di stato algerino per l'energia. - Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia