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Eni, ambientalisti e Comuni ricorrono a Tar contro nuovi pozzi gas in Canale di Sicilia

ROMA (Reuters) - Un cartello di associazioni ambientaliste e di Comuni siciliani ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro un decreto che dà il via libera a un progetto di trivellazione off-shore di Eni, ha annunciato oggi Greenpeace. Il ricorso riguarda un decreto di compatibilità ambientale (149/14), emesso dal ministero dell'Ambiente il 27 maggio scorso e relativo al progetto "Offshore Ibleo", per lo sfruttamento del gas nel Canale di Sicilia. Il progetto prevede complessivamente otto pozzi per due campi gas - Argo e Cassiopea - a 21 chilometri dalla costa, l'installazione di una nuova piattaforma a 11 chilometri più la realizzazione di vari gasdotti al largo delle acque tra Gela e Licata. Il testo del decreto spiega che la zona della concessione di coltivazione si trova per circa il 17% nelle aree dove vige il "divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare", ma che "il programma dei lavori si sviluppa oltre le 12 miglia marine dal perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette". La disposizione lega comunque la compatibilità ambientale a una serie di prescrizioni. Secondo i ricorrenti, il ministero avrebbe autorizzato il progetto senza tenere conto di "vistose carenze rispetto alla valutazione del rischio 'geologico' rispetto alla progettazione delle condutture (sealine)" e del rischio ambientale legato anche emissioni in atmosfera e in acqua. Il ricorso è sostenuto, oltre che da Greenpeace, da WWf, Legambiente, Lipu, Italia Nostra e altre associazioni, dall'Anci della Sicilia e dai comuni di Licata, Ragusa, Scicli, Palma di Montechiaro e Santa Croce Camerina, dice un comunicato. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia