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Eni-Shell, Nigeria presenta memoria contro richiesta PG assoluzione mediatori

Logo di Eni presso una stazione di servizio a Roma

MILANO (Reuters) - La Nigeria ha presentato oggi in Corte d'Appello a Milano una memoria per contrastare la requisitoria della Procura generale che aveva chiesto l'assoluzione dei due mediatori, condannati in primo grado con rito abbreviato, nella vicenda delle presunte tangenti Eni e Shell nel paese africano.

All'udienza fissata per domani invece, prenderanno la parola i legali dei due imputati per le arringhe difensive, e poi se ci sarà il tempo sufficiente non è escluso che i giudici possano entrare in camera di consiglio per emettere la sentenza.

L'avvocato Lucio Lucia, che rappresenta la Repubblica Federale Nigeriana, parte offesa nel procedimento, nella memoria chiede ai giudici d'appello di non accogliere la richiesta di assoluzione perché "infondata in fatto ed erronea in diritto".

Il sostituto procuratore Celestina Gravina aveva chiesto nell'udienza del 22 marzo di assolvere Emeka Obi e Gianluca Di Nardo perché la sentenza di primo grado di condanna a quattro anni per corruzione internazionale -- si legge nella trascrizione della requistoria -- "si basa su una serie di assunti indimostrati... non esiste il fatto contestato... sono stati assunti superficialmente dei fatti privi di prova fondati sul chiacchiericcio, sulla maldicenza".

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Obi e Di Nardo hanno sempre respinto le accuse.

NIGERIA: REQUISITORIA BASATA SU CONGETTURE

Nella memoria, la Nigeria sostiene invece che il sostituto procuratore generale "ha basato le proprie affermazioni su mere congetture, senza alcun fondamento nelle prove contenute nel fascicolo" e la requisitoria poggerebbe su una personale convinzione della Procura generale derivante da una "lettura del tutto errata e parziale degli atti, determinata verosimilmente dalla (comprensibile) impossibilità di compulsare a fondo un fascicolo così complesso nel limitato tempo avuto a disposizione".

Secondo il legale della parte offesa, la critica della PG alla sentenza di primo grado "è circoscritta all'analisi di una parte limitatissima del materiale probatorio indicato nella sentenza".

L'avvocato Lucia chiede infine alla Corte d'Appello di tradurre in italiano i documenti di una rogatoria arrivata dalla Nigeria che la stessa Corte aveva detto di non aver potuto tenere in considerazione "in quanto redatta in lingua inglese.".

TUTTI ASSOLTI NEL PROCESSO DI RITO ORDINARIO

Il mese scorso, il tribunale di Milano, al termine delprocesso principale con rito ordinario ha assolto tutti gliimputati, compreso l'AD di Eni Claudio Descalzi, la stessasocietà e Shell, dall'accusa di corruzione internazionale per imedesimi fatti.

Obi e Di Nardo erano stati giudicati invece separatamente perché entrambi avevano chiesto di essere processati in abbreviato, un rito premiale che dà diritto a uno sconto di un terzo sulla pena edittale massima ma che si celebra solo sugli atti raccolti fino a quel momento e non su deposizioni e testimonianze in aula.

Nel processo ordinario, alcuni testi e imputati, i cui verbali di interrogatorio erano stati valutati come prove nell'abbreviato, non hanno confermato le loro dichiarazioni in aula. Inoltre il Tribunale non ha ammesso nel processo ordinario una serie di intercettazioni telefoniche che facevano invece parte del fascicolo del processo abbreviato.

Il processo d'appello di rito abbreviato, come il primogrado, si svolge in camera di consiglio, a porte chiuse.

(Emilio Parodi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro) ((emilio.parodi@thomsonreuters.com; +39 02 66129523)