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Faber volta le spalle a Trump: 2017 sarà anno delle delusioni

Cambio di rotta per Marc Faber: visto quanto sta accadendo negli Usa,con il 51% della popolazione che disapprova le misure del nuovo presidente Donald Trump (un record considerando che si è insediato da nemmeno 10 giorni), l'investitore torna nuovamente alla sua vena originaria fatta di pessimismo e fastidio.

L'avvertimento di Faber

Marc Faber avverte la comunità finanziaria sul fatto che se questo sarà l'operato di Trump per il prossimo futuro, sicuramente l'impatto su dollaro Usa ed azionario a stelle e strisce sarà devastante. Cosa potrà invece trarre vantaggio dall'andamento di un 2017 che Faber garantisce essersi già dimostrato l'anno della delusione? Prima di tutto sarà bene, secondo il pessimismo che da sempre lo contraddistingue, puntare sui Mercati Emergenti visto che ormai gli asset statunitensi, al contrario di quanto si è visto, non rappresentano più una condizione sicura per il portafoglio. Il ocnto rappresentato dalle onseguenze, anche psicologiche, che si abbatteranno sull'economia statunitense, sarà pagato dalla popolazione, anche su lungo termine. Il riferimento è per lo più diretto agli ultimi decreti che bloccano per 120 giorni l'entrata dei cittadini stranieri da 7 paesi mediorientali, giudicati pericolosi per la presenza di terrorismo. Una decisione che, annunciata già in campagna elettorale, sembra sia stata presa con una velocità e un'autorità tale da aver gettato nella confusione non solo i diretti interessati e le forze dell'ordine ma anche diverse multinazionali.

Il mondo del lavoro che boicotta Trump

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Il caso di Google (Alphabet), ad esempio, che da sempre si avvale di collaboratori, e traduttori, è il più eclatante, sebbene anche quello di Apple con i suoi sviluppatori e quello di Microsoft che addirittura è guidato attualmente (ed in passato è stato anche salvato) da una persona di chiare origini indiane, Satya Nadella, attuale numero uno della creatura che fu fondata da Bill Gates. Oltre questo, però, Faber continua con la sua view e avverte che le conseguenze arriveranno anche sul lungo periodo, soprattutto a causa del colpo inferto alla leadership della prima potenza mondiale.

E le parole di Faber potrebbero trovare già le prime conferme nelle svariate forme di boicottaggio che stanno prendendo piede proprio in queste ore a cominciare dalla nazione Messicana che, complice l'uso dei social (statunitensi d'origine, per ironia), ha dato vita ad hastag del tipo #adiosCocacola oppure #adiosStarbucks. Le società di riferimento, però, se ne sono accorte in tempo e in molte hanno avviato una serie di campagne di aiuto e sostegno agli immigrati. Altre, invece, proprio per problemi di possibile, futura carenza di personale e squadre di ricerca e sviluppo decimate, hanno deciso di fornire assistenza legale ai propri dipendenti, in caso di revoca del permesso di soggiorno o di difficoltà a rientrare entro i confini statunitensi.

In realtà l'elezione di Trump alla Casa Bianca e con lui la'rrivo anche di diverse, radicali decisioni di cambiamento, hanno portato i mercati Usa ad un rally che,a sua volta ha spinto tutti gli indici a stelle e strisce a ritoccare i rispettivi massimi storici con il Dow Jones ha infranto la soglia dei 20mila punti.

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