Face Id, perché il test di Facebook non sta andando a buon fine
In occasione del 15esimo compleanno di Facebook, gli ingegneri della sede londinese del social network da oltre due miliardi di iscritti hanno deciso di aprire le loro porte alla stampa, e mostrare nel concreto quanta della nostra esperienza digitale quotidiana sia creata nella sede di Rathbone Square e quali sono le sfide che vengono affrontate.
Parola d’ordine: sicurezza
La sfida maggiore riguarda la sicurezza. Venerdì 21 marzo 2019 si è consumato l’ennesimo scandalo che ha colpito il social network: centinaia di milioni di password sono state conservate per anni nei server aziendali senza alcuna protezione, esponendo gli utenti a parecchi rischi.
L’autenticazione a due fattori
Nella sede di Londra è stata sviluppata l’autenticazione a due fattori (2Fa) che permette di proteggere il proprio account ricevendo un codice via sms, o attraverso app come Google Authenticator, da inserire quando si accende al profilo da un dispositivo diverso dal solito.
Le procedure per proteggere l’utente
Si stanno diffondendo procedure di sicurezza basate sulle security keys, ovvero chiavette usb che hanno la stessa funzione delle chiavi di casa. “Sappiamo che per il consumatore medio si tratta di procedure che spesso si preferisce evitare”, spiegano dal team responsabile delle procedure di sicurezza. E aggiungono: “Da parte nostra, ci impegniamo affinché almeno tutti coloro i quali hanno una pagina pubblica, e quindi potrebbero più facilmente essere vittima di attacchi, adottino queste procedure, che sono obbligatorie per le pagine con più seguito”.
Il Face Id
Perché non si sta sviluppando il sistema di sicurezza che si basa sul Face Id, come già avviene su iPhone, per esempio? “È un sistema che funziona benissimo, per esempio, sugli smartphone. Siccome il volto non viene registrato dall’account, ma dal dispositivo, si tratta però di un meccanismo che non si presta a scalare bene nei social network. Se usassi il mio volto per entrare nell’account da un altro dispositivo, lui potrebbe non conoscerlo. In quel caso non si può parlare di autenticazione a due fattori”, fanno sapere gli esperti di sicurezza londinesi di Facebook.
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