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La facile vita degli analisti

A partire dagli ultimi mesi del 2014, la quasi totalità degli analisti dava per certo il fatto di vedere il cambio EurUsd raggiungere la parità e ancora oggi l’assoluta maggioranza di questi crede ancora in tale idea, continuando però a posticipare il target temporale delle loro previsioni. A partire dagli ultimi mesi del 2014, andando contro tutti abbiamo ripetuto molte volte che, almeno nel breve periodo, la parità non sarebbe stata raggiunta e la settimana scorsa la BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) stessa ci ha confermato che sarà molto difficile vedere il cambio EurUsd intorno ad 1.00 nei prossimi mesi. Questo perché, proprio come successo il 3 dicembre 2015, le imponenti misure di stimolo introdotte a potenziamento dell’attuale politica monetaria già ultra espansiva non solo non sono riuscite ad indebolire l’Euro ma addirittura hanno ottenuto l’effetto opposto e cioè un fortissimo rafforzamento della moneta unica.

Tutte le persone che nei mesi scorsi hanno preso le loro decisioni di investimento facendosi influenzare dai giornali, che come sempre cavalcano le situazioni facendole sembrare più grandi di quanto lo siano realmente, o seguendo le indicazioni dei grandi analisti non staranno passando dei momenti felici dal momento che i target raccomandati non si sono mai visti nemmeno da lontano. EurUsd, infatti, dopo aver toccato un minimo ad 1.052 a fine dicembre si è ben guardato dall'andare a fare nuovi minimi e anche solamente dall'avvicinarsi alla parità.

Gli analisti delle varie banche d’affari, che sono poi quelli che in gran parte influenzano anche le opinioni dei media in campo finanziario e quindi il grande pubblico, avevano iniziato a gridare alla parità dopo che il cambio si era già deprezzato di oltre il 20% negli ultimi mesi del 2014 come con precisione svizzera succede ogni qualvolta un trend ribassista porti il cambio EurUsd in area 1.10/1.15. A gennaio 2015 poi, dopo che la BCE aveva annunciato l’introduzione del Quantitative Easing europeo proprio quando la Federal Reserve sembrava ormai prossima ad alzare i tassi di intesse, sul carro della parità sono saliti praticamente tutti ed il trade short Euro-long Dollaro sembrava essere la cosa più facile e certa del Mondo. Ma come quasi sempre succede in queste fasi è stato proprio allora che il mercato ha smesso di scendere.

Fa effetto leggere i nomi di chi sta sbagliando in maniera cosi ostinata da ormai oltre un anno e tra i più accaniti troviamo Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) e Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) che anche recentemente hanno prospettato la parità, nel caso di Goldan, addirittura entro l’estate.

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L’unica voce contrarian, alla quale ci siamo sempre sentiti su questo argomento perfettamente allineati, è stata quella di UBS (Londra: 0QNR.L - notizie) che circa un anno fa aveva detto che l’Euro sarebbe sceso solamente nel caso gli stimoli monetari fossero funzionati. Ma se gli stimoli fossero funzionati allora ci sarebbe stato un ritorno della crescita e, di conseguenza, degli investimenti negli assets denominati in Euro che avrebbero prontamente sostenuto la quotazione della moneta unica impedendogli di fatto di scendere fino alla parità.

Questa è l’ennesima dimostrazione di come quella degli analisti, rispetto a chi poi effettivamente opera sui mercati, sia una vita più facile. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) analisi, una volta fatte, possono sempre essere aggiustate e le tante cose sbagliate che vengono dette sono presto dimenticate dai più.

Autore: Bonetti Financial Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online