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Fca in rimonta. Analisti non allarmati da inchiesta in Francia

Non si arresta la caduta in Borsa di Fca che oggi sta vivendo la sua quarta seduta consecutiva al ribasso. Il titolo, dopo aver archiviato la giornata di ieri con una flessione di quasi il 4%, quest'oggi da subito si è posizionato al di sotto della parità, subendo un vero e proprio crollo che ha portato le quotazioni a segnare un minimo intraday a 9,515 euro.

Da questo livello, complice anche il recupero del Ftse Mib dai minimi, Fca è riuscito a riprendere quota, pur mantenendo il segno meno, visto che negli ultimi minuti viene scambiato a 10,09 euro, con un calo dello 0,59%. Molto elevati i volumi di scambio visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 22,5 milioni di azioni, già al di sopra della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 19,5 milioni di pezzi.

Indagina in Francia su emissioni diesel

Fca continua a rimanere stretto nella morsa dei ribassisti sulla scia delle cattive notizie arrivate dalla Francia, dove la Procura di Parigi ha aperto un'indagine sul gruppo guidato da Marchionne in relazione a presunte manipolazioni delle emissioni dei motori diesel.
La notizia, come precisato dala stessa Fca, non è una novità, visto che lo scorso 6 febbraio l'Autorità francese aveva comunicato ufficialmente la decisione di trasmettere la documentazione sul gruppo alla magistratura.

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La posizione di Fca

Fca ha ribadito che i suoi veicoli sono pienamente conformi alle norme in materia di emissioni, e tramite un portavoce ha fatto sapere che continuerà a collaborare ad ogni inchiesta da parte di autorità competenti, confidando nel fatto che la questione a tempo debito sarà pienamente chiarita.

Il commento delle banche d'affari e le strategie sul titolo

Per gli analisti di Mediobanca Securities l'indagine in Francia presenta alcuni fattori negativi, in primis il fatto che questa volta non si tratta di una discussione politica, ma i documenti sono stati trasferiti alla Procura e quindi l'esito dell'indagine è meno prevedibile.

Inoltre sono sotto esame impianti di manipolazione e non semplicemente una omessa comunicazione o alte emissioni. Non mancano però alcuni fattori mitiganti, quali il fatto che l'indagine coinvolge solo la 500X di cui sono state vendute poco meno di 16mila unità nel 2016, con ricavi annui intorno ai 260 milioni di euro.

La multa massima sarebbe pari al 10% dei ricavi, cui si aggiunge il rischio di eventuali class action da parte dei consumatori. Se si ipotizza una multa del 5% dei ricavi, la stessa sarebbe pari a 13 milioni di euro e considerando che la 500X è in vendita da 2 anni, si arriverebbe in totale ad una multa di 20 milioni di euro.
Non cambia nel frattempo la strategia di Mediobanca Securities che su Fca ribadisce la raccomandazione "outperform", con un prezzo obiettivo a 14 euro.

Continua a scommettere sul titolo anche Banca Akros che oggi ha rinnovato l'invito all'acquisto con un target price a 12,7 euro.
Gli analisti stimano una multa di 30 milioni di euro ipotizzando una sanzione pari al 10% dei ricavi, segnalando in ogni caso che i rischi legati all'indagine in Francia sono relativamente modesti.

Infine, una view bullish su Fca viene espressa anche da Icbpi che mantiene invariato il rating "buy" sul titolo, con un fair value a 11,3 euro. Gli analisti non sono sorpresi dal ribasso odierno dell'azione seguito alla notizia dell'indagine in Francia, ma non prevedono impatti rilevanti di carattere fondamentale.

Icbpi mantiene una strategia bullish su Fca focalizzando la sua attenzione sul processo di consolidamento del settore auto che per gli analisti sembra ormai inevitabile nel medio periodo e la loro idea è che il gruppo guidato da Marchionne possa esserne uno dei protagonisti.

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