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Fca recupera. Broker più cauti con dieselgate, ma nessun allarme

A Piazza Affari i riflettori continuano ad essere puntati su Fca che da ieri sta catalizzando l'attenzione degli investitori, complici le accuse arrivate dagli Stati Uniti. Ieri il titolo ha lasciato sul parterre poco più del 16% del suo valore, ripiombando in poche ore al di sotto di quota 9 euro, e oggi sta provando a recuperare almeno una parte delle vendite subte. Fca, dopo aver segnato un massimo intraday a 9,445 euro, con un rally di oltre il 7%, negli ultimi minuti viene fotografato a 9,145 euro, in salita del 4,16%. Decisamente elevati i volumi di scambio visto che fino ad ora sono transitate sul mercato oltre 64 milioni di azioni, quasi il triplo della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 21,5 milioni di pezzi.

Le accuse dell'Epa e le rassicurazioni di Marchionne

Fca ieri è stato letteralmente sommerso dalle vendite dopo che l'Epa, l'Agenzia Usa per la protezione dell'ambito, ha accusato formalmente il gruppo guidato da Marchionne di presunte violazioni del Clean Air Act. Fca non avrebbe comunicato l'esistenza di un software installato nei motori diesel di 104mila velicoli venduti negli Stati Uniti, che causa un aumento delle emissioni NOx in determinate situazione.

Fca ha pubblicamente negato l'suo di questo software e l'AD Marchionne ha affermato a chiare lettere che non è stata commessa alcuna frode, assicurando al contempo che l'accusa dell'Epa sulle emissioni non avrà impatto sui programmi del gruppo, motivo per cui sono stati ribaditi gli obiettivi del piano al 2018.

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Equita e Bca IMI rivedono la strategia su Fca

La notizia arrivata ieri ha inevitabilmente catalizzato l'attenzione delle banche d'affari, i cui analisti hanno commentato il newsflow dagli Stati Uniti. Equita SIM in una nota diffusa questa mattina ha spiegato che il caso è diverso da quello di Volkswagen (IOB: 0P6N.IL - notizie) e minore entità, visto che si parla di 100mila velicoli contro le 500mila unità del gruppo tedesco.

Per gli analisti è difficile ipotizzare i potenziali costi non ricorrenti, ritenendo eccessiva l’indicazione dell’EPA fino a 4,6 miliardi di dollari, ossia 45mila dollari per unità, con un impatto negativo di 2,8 euro sulla valutazione di Borsa di Fca.
L'idea è che almeno nel breve ora il focus si sposti da elementi puramente fondamentali ai rischi legali e ai possibili effetti collaterali. Di (KSE: 003160.KS - notizie) fatto l'incertezza aumenta anche perchè la Germania. che ha già chiesto accertamenti alla Commissione europea su alcuni modelli FCA, tornerà sull’argomento.

Inoltre, le class action non possono essere escluse e le vendite dei modelli diesel negli Stati Uniti potrebbero soffrire, senza dimenticare che qualsiasi opzione sul fronte M&A viene sospesa fino a quando la questione non sarà chiarita.
Anche se il titolo dai minimi di ieri ha già dato vita ad un bel rimbalzo, gli analisti di Equita SIM hanno deciso di modificare la strategia da "buy" a "hold" con un prezzo obiettivo alzato da 8,9 a 9,8 euro per tenere conto del rafforzamento del dollaro e di minori pension liabilities grazie al rialzo dei tassi di interesse Usa.

A bocciare Fca è stata anche Banca IMI che ha peggiorato il giudizio sul titolo da "buy" ad "add", con un target price rivisto verso l'alto da 9,1 a 10,4 euro. La riduzione del rating è stata decisa per tenere conto dello scenario peggiore, ritenuto molto improbabile, relativo alla multa per la violazione sulle emissioni negli Stati Uniti.

Per gli analisti l'attuale posizione di Fca è ben diversa dal dieselgate di Volkswagen visto che la violazione contestata al momento è di tipo amministrativo e non fa riferimento a "defeat device", anche se l'Epa si riserva di fare ulteriori indagini.
Inoltre il numero di veicoli coinvolti è minore, considerando in aggiunta a ciò che Fca potrebbe trarre benefici della nuova amministrazione Usa che dovrebbe essere meno rigida sul fronte delle emissioni.

La cautela di Kepler Cheuvreux e di UBS (Londra: 0QNR.L - notizie)

Per gli analisti di UBS il bilancio di Fca lascia meno spazio per potenziali esborsi rispetto a quello di Volskwagen, vista la minore cassa a disposizione. Anche per questo motivo la banca elvetica resta cauta sul titolo con un rating "neutral" e un fair value a 6,7 euro, ben al di sotto delle attuali valutazioni di Borsa.

Anche Kepler Cheuvreux, che su Fca ha una raccomandazione "hold", con un prezzo obiettivo a 9 euro, vede differenze con lo scandalo del gruppo tedesco e di conseguenza un rischio probabile più limitato, pur ricordando che il bilancio di Fca è più fragile. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso in cui la cosa dovesse andare avanti, per il gruppo guidato da Marchionne sarebbe più elevato il rischio di un potenziale aumento di capitale o la necessità di procedere alla cessione di asset.

Bca Akros e Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) non perdono l'ottimismo

Uno scenario al quale non viene dato molto credito da Banca Akros secondo cui non esistono ipotesi di una ricapitalizzazione o di un cambio manageriale per Fca. Gli analisti pensano che la questione sollevata dall'Epa non andrà al di fuori degli Stati Uniti, mentre in caso di multa Fca potrebbe pagare 8.800 dollari per veicolo, per un totale di poco superiore ai 915 milioni di dollari. Banca Akros mantiene una view positiva sul titolo con una raccomandazione "buy" e un fair value tagliato prudenzialmente da 14 a 12 euro.
Infine, anche Mediobanca Securities non cambia idea su Fca e ribadisce il rating "outperform", con un prezzo obiettivo invariato a 12 euro. Gli analisti confidano in una multa più contenuta alla quale si potrebbe approdare dopo l'arrivo del nuovo capo dell'Epa e l'importo della stessa dovrebbe essere facilmente gestibile da Fca.

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