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Ferrari, si discute uscita Montezemolo, l'impatto sul marchio

Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, a Monza lo scorso 6 settembre. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

MILANO (Reuters) - I tempi del cambio della guardia alla presidenza di Ferrari restano incerti, mentre oggi, come ha confermato Fiat, si è tenuto un incontro a Maranello tra Luca di Montezemolo e l'AD della controllante Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne. Oggetto dell'incontro in tutta probabilità il futuro della presidenza della casa di Maranello. Le dichiarazioni di Marchionne, domenica a Cernobbio, hanno chiarito che la presenza di Montezemolo in Ferrari sarà ancora per un periodo di tempo limitato. In assenza di commenti ufficiali, alcune fonti hanno parlato ieri di uscita entro fine anno, ma i colloqui di queste ore potrebbero imprimere un'accelerazione o comunque variare i termini. La nuova Ferrari, non più targata Montezemolo, non si prevede cambierà in modo significativo la sua strategia produttiva o finanziaria, almeno nel breve-medio periodo. Di sicuro l'uscita dell'attuale presidente, in conflitto con Marchionne, sottolineerà che la casa di Maranello fa parte del gruppo Fiat ed è al servizio del gruppo. Montezemolo, che il tamtam finanziario vuole vicino alla presidenza di Alitalia targata Etihad, ha finora incarnato l'idea di una Ferrari sicuramente vincente, nonostante le difficoltà degli ultimi anni in F1, ma piuttosto indipendente dal resto del gruppo. SPARTIACQUE DEBUTTO A WALL STREET Lo spartiacque, in termini di tempi, sembra essere il debutto della controllante Fiat-Chrysler a Wall Street. Il dilemma è se sia meglio presentarsi agli investitori Usa con Montezemolo dimissionato e magari Sergio Marchionne al suo posto, oppure semplicemente in uscita o probabile uscita. In realtà, oltre alle valutazioni di tipo razionale saranno decisivi elementi emotivi, legati ai protagonisti della vicenda, che includono altri soggetti, oltre a Marchionne e Montezemolo, primo tra tutti il presidente di Fiat e della controllante Exor, John Elkann. Esserci o non esserci nel gruppo dirigente allo storico debutto a Wall Street potrebbe rivelarsi un elemento decisivo. Rimanendo sul possibile impatto sul gruppo, il senso di urgenza dato all'operazione potrebbe non giocare a favore, perchè qualcuno potrebbe immaginare che a misura urgente corrispondono problemi altrettanto urgenti. In realtà Ferrari ha chiuso i conti 2013 su livelli record e, anche se da diversi anni non vince in F1, non sono le dimissioni di Montezemolo che cambieranno l'esito delle prossime gare del 2014. L'IMPATTO SULLA VALORIZZAZIONE DEL TITOLO Una conseguenza ci potrebbe essere di carattere prettamente finanziario, cioè l'aggiunta di spunti speculativi alla valorizzazione della società che debutta a Wall Street. Il test di questi giorni alla borsa di Milano però non sembra aver avuto molto successo. I giornali hanno riportato ipotesi di analisti sulla tanto fantasticata - e finora sempre smentita - Ipo Ferrari e altre operazioni straordinarie. Il mercato si è esercitato, ma riuscendo a spingere il titolo a un modesto +1,7% e non oltre i massimi delle ultime sedute. In realtà l'opinione diffusa è che Ferrari farà molto più comodo nella pancia di Fiat per gli elevati margini che produce e per l'immagine che è in grado di dare al gruppo. Tutta l'operazione sull'alto di gamma Fiat, già partita con Maserati e che si presume dovrebbe partire al più presto con Alfa Romeo, è sostenuta dall'immagine di Ferrari e sulla possibilità di utilizzare, in alcuni casi, la sua tecnologia. FERRARI VERSO LE 10.000 VETTURE ANNO Il passaggio di consegne di Montezemolo non cambierà la strategia dal punto di vista produttivo. Ferrari rimarrà un marchio di gamma altissima, riservato a pochi. E' probabile che si sposti verso l'alto il target produttivo, che Montezemolo ha lasciato a 7.000 vetture, verso quota 10.000. Ma la decisione è nelle carte ed è legata alla crescente domanda dai mercati emergenti che hanno aumentato in modo significativo la domanda di auto di lusso. (Stefano Rebaudo) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia