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Fisco e lavoro, le prime misure di Matteo Renzi giudicate dagli analisti

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

MILANO (Reuters) - Dopo il consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, Matteo Renzi ha illustrato alla stampa la cornice dei provvedimenti che Palazzo Chigi si propone di varare per il rilancio dell'economia. Tra i punti chiave del programma - in vigore dal primo maggio - un taglio dell'Irpef da 10 miliardi di euro l'anno per i redditi fino a 25.000 euro (quasi 10 milioni di dipendenti nel settore pubblico e privato), un aumento da 20% a 26% della tassazione sulle rendite finanziarie, una riduzione di 10% sull'Irap e meno vincoli sui contratti a termine. Promesso inoltre entro luglio il rimborso dei residui 68 miliardi dei debiti commerciali della pubblica amministrazione. Secondo il presidente del Consiglio la copertura finanziaria della misure è disponibile, deve però ricevere il via libera in sede Ue su cui si dice fiducioso, sostenendo che Bruxelles non potrà che apprezzare le riforme strutturali italiane. Di seguito il commento di alcuni economisti e analisti: INTERMONTE, Morning Call from Italy "Molte delle proposte dovranno essere convertite in legge per cui bisognerà vedere le eventuali modifiche nell'iter parlamentare. In ogni caso valutiamo positivamente questi interventi, soprattutto quelli su contratti di lavoro, Irpef e Irap. Le coperture finanziarie della manovra sono chiare solo in parte... Le nostre stime di Pil 2014 a +0,8% sono superiori a quelle del consensus a +0,5%". CORRADO CAIRONI, strategist R&CA, ricercaefinanza.it "Il mercato si aspettava la stretta fiscale sulle rendite finanziarie perché era stato anticipato che ci sarebbe stata una omogeneizzazione con le aliquote europee che sono tutte più o meno sopra il 20%. Quello che non si sapeva era l'entità dell'incremento e quello che ha sorpreso è stata l'esclusione dei titoli di stato. Si pensava ad un rialzo da entrambe le parti, tipo 15% e 23% in una logica di più equa ripartizione. Adesso il divario dei titoli di stato con le altre classi di attivo è più del doppio. C'è un'evidente disparità di trattamento tra chi compra titoli di stato e chi si affida al risparmio gestito e viene chiaramente privilegiato il finanziamento debito pubblico. Inoltre da più parti si parla della necessità di sostenere il risparmio in funzione anche previdenziale e ancora una volta si fa in direzione opposta: si applica un prelievo fiscale sulla capacità di risparmio futuro degli italiani. Più in generale sulla manovra rilevo che si era detto niente tasse e invece le tasse aumentano. Ma, nel complesso, le misure, per chi conosce come la pensa Padoan, erano attese e infatti la borsa sale. Il mercato oggi è in modalità "risk on", vede positivamente il rischio italia come si vede dai risultati delle aste. Il fatto che la manovra implichi uno spostamento di risorse dagli investimenti finanziari verso l'Irap - quindi verso gli investimenti industriali - è positivo così come l'impatto sui consumi che deriverà dai 10 miliardi destinati ai redditi inferiori ai 25.000 euro". STEFANIA TOMASINI, Prometeia "L'impianto globale è abbastanza condivisibile anche se ci sono incertezze sulla copertura. La scelta dell'Irpef è meno incisiva di una riduzione del costo del lavoro, ma è anche vero che concentrando tutta la riduzione sui redditi più bassi la propensione al consumo relativa al maggiore reddito sarà pari o vicina a 1 e per questo la misura è assolutamente condivisibile. Dal punto di vista distributivo, l'appesantimento della tassazione delle rendite finanziarie per alleggerire il costo del lavoro è corretto. Si va verso una tassazione più omogenea dei diversi redditi. Sulle coperture c'è un po' di fumo. E' chiaro che il governo punta a evitare le coperture pesanti, quelle che impattano sulla crescita, a favore di coperture meno demoltiplicative possibili. Circa il mantenimento al 3% del deficit/pil in un 2014 che arriva dopo anni di recessione, sembra una scelta ragionevole e accettabile dell'Europa se si va verso un riequilibrio del bilancio, con meno imposte e meno spesa pubblica". CITI, Citi Research Team "I dolori del giovane Renzi. Il più giovane presidente del consiglio nella storia italiana intende trasformare il Paese nei primi 100 giorni del proprio mandato. Se questo significa che il programma di riforme potrebbe essere perfezionato prima delle elezioni europee di maggio, vale forse la pena di ricordare che - dice la Banca Mondiale - in Italia possono occorrere fino a 100 giorni per l'allaccio dell'elettricità. [...] Renzi potrebbe comunque optare per la strada del pragmatismo e usare i primi 100 giorni per vincere le prime piccole battaglie: convincere gli italiani che le riforme servono, che è l'unico politico in grado di portarle avanti e che soltanto un pieno sostegno elettorale può permettergli di farlo. Siamo anche del parere che gli osservatori internazionali possano guardare a Renzi come l'uomo giusto che riporti il Paese sul percorso della ripresa, preferendo la prospettiva del 'new kid in town' a quella di un' 'unknown quantity' come Beppe Grillo o Silvio Berlusconi, il 'devil they know'. Questo potrebbe dare a Renzi un sostegno importante nel tentativo di riformare il Paese. Vediamo barlumi di speranza che per l'Italia il peggio sia ormai alle spalle e per il momento concediamo a Renzi il beneficio del dubbio, anche se potrebbero servire più di 100 giorni per cambiare il Paese". RICCARDO BARBIERI, Mizuho International "E' un primo set di misure, intrecciano finalità economiche e politiche, che lo stesso premier non ha nascosto. Renzi sta cercando di smuovere un macigno, e ci sono una serie di caveat molto grossi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo fiscale sui redditi più bassi, ha detto di voler utilizzare il margine che c'è sul deficit nominale al 3%, senza superarlo. Il problema è che Italia è sotto osservazione per debito eccessivo e le si richiede di ridurre il deficit strutturale: Renzi ha detto di fatto che non lo farà. Probabilmente alla fine si arriverà a un compromesso con Bruxelles: verranno fatti più tagli a copertura, verrà delimitato l'importo della misura. Ci sono una serie di caveat molto grossi, ma nello stato in cui si trova l'Italia il tentativo di imprimere svolta è ammirevole. Le sue due grandi fortune sono il miglioramento degli indicatori economici e la discesa degli spread. Quello che potrebbe compromettere tutto è la situazione in Ucraina, perchè se si dovesse arrivare a sanzioni, l'Italia ne risentirebbe, visto che la Russia è uno dei principali mercati per l'export". ALBERTO GALLO, Royal Bank of Scotland "Le riforme del 'super-mercoledì' di Renzi sono ambiziose e un buon punto di partenza, motivo di rimanere 'lunghi' sull'Italia. Riteniamo il programma di Renzi sostanzialmente positivo anche se mancano molti dettagli sull'effettiva messa a punto delle misure. In considerazione dell'elevata dipendenza dell'economia italiana dalle piccole e medie imprese, che costituiscono oltre il 98% del tessuto economico e soffrono degli altri costi energetici e della carenza di credito, possiamo affermare che i provvedimenti affrontano i problemi appropriati. In particolare, il rimborso dei debiti della pubblica amministrazione dovrebbe dare più ossigeno al settore privato, mentre i titoli sovrani beneficiano dei minori costi di raccolta, considerando che il rensimento del decennale viaggia intorno a 3,4%. Portare avanti ulteriori riforme in campo politico, specialmente sul fronte del mercato del lavoro, resta per l'Italia ancora una sfida così come un maggior consolidamento del settore bancario. Consigliamo di rimanere lunghi sulle obbligazioni corporate e finanziarie". INTESA SANPAOLO, nota ufficio studi "Le coperture annunciate dal governo vengono dalla spending review (3 miliardi considerati fattibili da Cottarelli), dal risparmio sulla spesa per interessi (2,5 miliardi) e dal maggiore gettito IVA derivante dal pagamento delle fatture arretrate. Il piano casa e il piano per l'edilizia scolastica saranno finanziati attingendo a stanziamenti pregressi mai utilizzati. Per il resto, si aumenterà il deficit pubblico dal 2,6 al 3,0%. Il ministro dell'economia ha però affermato che a regime la copertura verrà soltanto da tagli di spesa. Gli interventi vanno nella direzione da tempo auspicata, in particolare quelli concernenti la riforma del mercato del lavoro. Gli sgravi fiscali puntano comprensibilmente più sull'aumento dei redditi netti dei lavoratori che sulla riduzione del costo del lavoro, limitata per il momento a una limatura dell'Irap: tale scelta dovrebbe peraltro agevolare il passaggio dei provvedimenti in Parlamento, e garantisce il consenso dei sindacati. Sarà più delicato il rapporto con l'Unione Europea, in quanto le misure implicano che il vincolo di riduzione del debito imposto dal nuovo patto di stabilità sarà ancora ignorato; cruciale potrebbe essere a questo punto un percorso rapido di approvazione parlamentare dei provvedimenti di riforma europea, in quanto le misure implicano che il vincolo di riduzione del debito imposto dal nuovo patto di stabilità sarà ancora ignorato; cruciale potrebbe essere a questo punto un percorso rapido di approvazione parlamentare dei provvedimenti di riforma". Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia