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Fisco, l’evasione vale 111 miliardi all’anno. Ne mancano 40 solo di Iva

Il dato è lievitato rispetto ai 107,6 miliardi stimati per il 2012, raggiungendo quota 111,6 miliardi per il 2014
Il dato è lievitato rispetto ai 107,6 miliardi stimati per il 2012, raggiungendo quota 111,6 miliardi per il 2014

L’evasione fiscale in Italia corrisponde a circa sette punti del Pil. Il valore è di 111 miliardi di euro nel 2014, di cui 40,5 miliardi solo sull’Iva. E proprio su questo fronte il governo spera di recuperare risorse in vista della manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro in previsione ad aprile. In concreto, verrà esteso alle società pubbliche lo split payment, ossia l’Iva trattenuta direttamente dallo Stato ai fornitori, e sarà incentivata la fatturazione elettronica tra aziende private, con rimborsi più veloci e meno controlli.

Altri danari dovrebbero entrare dalla rottamazione delle cartelle Equitalia, aumentando l’incasso da ruoli che l’anno scorso è stato di 8,7 miliardi, il 55 per cento da cartelle superiori a 100mila euro. Ieri in un’audizione in Parlamento, Enrico Giovannini, presidente della commissione del ministero dell’Economia, ha fornito un quadro su quelle che sono le attività dove si evadono più tasse.

In termini assoluti l’Iva è la tassa più evasa con 40,5 miliardi di mancata entrate, l’Irpef da lavoro autonomo segue a 30 miliardi
In termini assoluti l’Iva è la tassa più evasa con 40,5 miliardi di mancata entrate, l’Irpef da lavoro autonomo segue a 30 miliardi

L’evasione fiscale è in aumento. Nella media del triennio 2012-2014 ammontava in media a 109,6 miliardi di euro all’anno. Il dato è lievitato rispetto ai 107,6 miliardi stimati per il 2012, raggiungendo quota 111,6 miliardi per il 2014. L’evasione più grande si registra nell’Irpef a carico del lavoro autonomo e della piccola impresa: circa il 59 per cento dell’Irpef potenziale non viene versata, secondo la relazione di Giovannini. Al secondo posto si piazza l’Ires, a carico delle imprese (36,7%), al terzo l’Iva (29,9%), al quarto l’Imu sugli immobili (27,2%) e al quinto l’Irap sulle imprese (24,1%).

In termini assoluti l’Iva è la tassa più evasa con 40,5 miliardi di mancata entrate, l’Irpef da lavoro autonomo segue a 30 miliardi. Colf e badanti sono la categoria dove il sommerso è maggiore, con un tasso di evasione del 30%, seguito dal commercio (26%) e dalle costruzioni (24%). Il problema è che mancano i controlli. “Duecentomila soggetti sono verificati annualmente rispetto a quattro milioni di imprese”, riferisce Giovannini. Il dato sull’evasione fiscale – in uno dei Paesi, l’Italia, con la più alta pressione fiscale europea – non cala da praticamente 10 anni.