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Fondi Ue, Renzi: escludere da Patto stabilità interno cofinanziamenti

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi in una immagine di archivio. REUTERS/Giorgio Perottino (Reuters)

NAPOLI (Reuters) - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi chiede che l'Europa non consideri spesa pubblica i soldi che gli Stati europei devono investire per cofinanziare i progetti europei di sviluppo. "Il giorno dopo le Europee sia chiaro il mandato ai nuovi organismi europei di garantire la possibilità almeno di escludere dal Patto di stabilità interno i fondi di cofinanziamento o i fondi di sviluppo e coesione che sono fondi che consentono di mettere nei prossimi anni qualcosa come 180 miliardi", ha detto Renzi parlando alla Prefettura di Napoli. Non è la prima volta che l'Italia chiede l'applicazione di questo embrione di golden rule sostenendo che non richiederebbe una modifica del Trattato di Maastricht. Già il governo di Enrico Letta ha sostenuto la necessità di dedurre dal deficit la quota nazionale di finanziamento dei progetti europei per avere maggiore spazio di manovra in favore della crescita e dell'occupazione. Lo scorso anno l'allora ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni aveva indicato in 10-12 miliardi la massa di investimenti che l'Italia avrebbe potuto liberare al 2015 dai vincoli di bilancio europei. Renzi, che da luglio assumerà la presidenza di turno dell'Unione, ha ribadito oggi la sua idea che i parametri Ue, tra cui quello sul tetto al 3% per il deficit/Pil, siano diventati obsoleti. "Ci dobbiamo chiedere se le regole stabilite venti anni fa siano ancora valide per rispondere alle sfide di oggi. Chiariamo, le regole che esistono devono essere rispettate se sono utili e necessarie - cosa che fa l'Italia -, ma occorre cambiarle se non rispondono più alle esigenze del mondo contemporaneo", ha detto al quotidiano francese Le Figaro. La settimana scorsa l'ex sindaco di Firenze ha annunciato che durante il semestre proporrà al Consiglio Ue di ottobre di legare una serie di incentivi sul bilancio all'attuazione di riforme strutturali negli Stati membri. . "Noi come Paese abbiamo il dovere di non indietreggiare di un passo, di mezzo centimetro rispetto al complesso delle riforme. In 70 giorni abbiamo avviato un insieme di riforme che credo siano particolarmente importanti", ha detto oggi Renzi. Per il periodo 2014-2020 l'Europa ha assegnato all'Italia 32,3 miliardi di euro di fondi per le infrastrutture e per lo sviluppo dell'occupazione, 10 miliardi per lo sviluppo rurale e 31 miliardi sotto forma di contributi diretti all'agricoltura. Sempre in base ai dati forniti dal capo del governo, l'Italia aggiunge a questi 73,6 miliardi altri 33,9 miliardi di euro con il cofinanziamento nazionale. C'è poi la dotazione finanziaria del Fondo per lo sviluppo e la coesione che vale 54,8 miliardi e che porta il totale a 162,3 miliardi. Inoltre, del programma 2007-2013, l'Italia deve ancora spendere 22,5 miliardi. "Avere 180 miliardi e lamentarsi e sbattere la testa dalla mattina alla sera è come guardare il dito anzichè la mano. Dobbiamo fare la spending review ma dobbiamo anche spendere bene i soldi", ha detto ancora Renzi. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia