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Gasdotto russo Nord Stream minaccia unità Ue

di Barbara Lewis e Oleg Vukmanovic BRUXELLES (Reuters) - La strategia "divide et impera" del Cremlino, riferiscono alcuni diplomatici, minaccia di guastare il vertice europeo di domani e venerdì, dopo che l'Italia ha legato l'estensione delle sanzioni contro la Russia al dibattito sul progetto di gasdotto Nord Stream di Gazprom. In teoria, l'Unione europea punta a un mercato unico dell'energia, basato sulle necessità dei 28 Stati membri. E dovrebbe anche essere unita contro la Russia nella difesa degli interessi dell'Ucraina, dopo l'occupazione della Crimea nel marzo del 2014. In realtà, secondo alcuni ambasciatori, la compattezza dei Paesi dell'Unione è resa ragile dal desiderio della Germania di assicurarsi gas a basso prezzo, dall'interesse dell'Italia di sfruttare i nuovi ampi giacimenti di gas scoperti da Eni e dal timore di una predominanza russa degli Stati baltici e dell'Est. "L'energia resta ancora una delle armi predominanti dell'arsenale della Russia per ottenere influenza politica, dividere l'Europa e indebolire la posizione comune Ue su importanti questioni legate all'energia", ha detto un diplomatico europeo che preferisce restare anonimo. "In condizioni normali, i gasdotti hanno una dimensione commerciale, ma nel caso della Russia implicano anche un'enorme dimensione geopolitica". La russa Gazprom e i suoi partner europei hanno siglato a settembre un accordo tra azionisti sul progetto Nord Stream-2, che raddoppierebbe la quantità di gas trasportata direttamente dalla Russia alla Germania, facendo a meno del transito abituale attraverso l'Ucraina. Questo progetto potrebbe ridurre le aspirazioni italiane su un hub meridionale del gas. Il governo italiano è adirato per la fine di South Stream, l'altro progetto russo che ipotizzava di aggirare l'Ucraina e portare il gas direttamente nell'Europa del Sud. L'Italia ne avrebbe beneficiato, ma nel 2014 il progetto è stato abbandonato dopo che la Russia ha addotto incongruenze della normativa Ue. Il vice presidente europeo per l'Energia Maros Sefcovic ha detto nei giorni scorsi che Roma ha chiesto alla Commissione europea di imporre al Nord Stream le stesse regole chieste in precedenza per il South Stream. "Il motivo principale per cui (il premier Matteo) Renzi fa tardare l'approvazione delle sanzioni è che vuole una discussione su Nord Stream-2," ha detto un diplomatico. Palazzo Chigi non ha risposto alla richiesta di un commento mentre un diplomatico tedesco si è limitato ad osservare che Nord Stream è "un progetto imprenditoriale, a cui lo stato tedesco non partecipa". Tradizionalmente vicina alla Russia, l'Italia non è stata tra i firmatari della lettera di reclamo su Nord Stream inviata alla Commissione europea a novembre, in cui si chiede un dibattito a livello di vertice europeo sul gasdotto, ritenendola contraria alle norme Ue sul mercato unico dell'energia. La lettera è stata firmata, invece, da Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. Una prima bozza era stata appoggiata anche da Bulgaria, Repubblica Ceca e Grecia. Sefcovic ha ammesso di aver ricevuto la lettera e ha detto che la Commissione sta preparando una risposta. I diplomatici non si aspettano che dal vertice del 17 e 18 dicembre esca una soluzione, mentre gli avvocati prevedono che un'eventuale decisione della Commissione sarà tanto politica quanto legale. "La decisione se un gasdotto rientra o meno nella legislazione Ue è sempre stata molto politica", dice un importante avvocato specializzato nel settore dell'energia. Nel frattempo, alcuni diplmatici dicono che le sanzioni contro la Russia verrano prolungate e che l'intervento di Renzi ha avuto poco impatto sul dibattito. -- Hanno collaborato Alastair Macdonald, Alissa de Carbonnel e Tom Koerkemeier da Bruxelles, Paolo Biondi da Roma Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia