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Generali, fiducia in target piano, si avvicina showdown assemblea - Donnet a Reuters

Philippe Donnet, Ceo di Generali a Trieste

di Gianluca Semeraro e Valentina Za

MILANO (Reuters) - Philippe Donnet, Ceo di Generali, conta di raggiungere i target del piano industriale nonostante la crisi ucraina e si dice non in ansia per l'assemblea del 29 aprile sul rinnovo del board al centro di una disputa tra soci vista da alcuni investitori come una "soap opera".

Il consiglio di amministrazione uscente di Generali, con l'appoggio del primo socio Mediobanca, ha presentato una propria lista di candidati per il nuovo board indicando la conferma di Donnet per altri tre anni. Francesco Gaetano Caltagirone, secondo azionista, sostenuto da Leonardo Del Vecchio, terzo azionista della compagnia triestina, propone, invece, la candidatura a Ceo dell'ex manager di Generali Luciano Cirinà.

Caltagirone ha anche presentato un piano strategico alternativo che spinge molto di più sull'M&A e ha target di crescita degli utili più ambiziosi rispetto al piano presentato da Donnet a dicembre.

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"Non bisogna personalizzare questa cosa, è più uno scontro tra visioni molto diverse sulla governance. Non faccio previsioni, non sono in ansia perché non si tratta della mia posizione che è la cosa meno importante in ballo, ma ovviamente di cose molto più importanti. Io sono concentrato su ciò che devo fare", ha detto Donnet in un'intervista a Reuters.

Reduce da un roadshow in Europa e negli Usa, Donnet ha detto di aver incassato l'apprezzamento degli investitori istituzionali sia sul suo piano "perché ambizioso, credibile e realistico", sia sulla lista presentata dal Cda, riscontrando invece perplessità sullo scontro in atto tra gli azionisti.

"Sono investitori razionali. Non possono capire com'è nata questa vicenda che non c'entra nulla con la qualità dei risultati, della strategia e della squadra di management, né con la qualità della lista del Cda. Dal loro punto di vista non c'è nessun motivo per avere questa soap opera e io non posso spiegarla perché sono anch'io una persona razionale", ha detto.

FIDUCIA SU TARGET PIANO NONOSTANTE CRISI UCRAINA

Il piano presentato da Donnet a dicembre prevede una crescita media annua (Cagr) dell'Eps del 6-8%, dividendi cumulati per 5,2-5,6 miliardi di euro e un buyback da 500 milioni, il primo in 15 anni.

"Anche questa volta sappiamo che porteremo a casa questo piano che è ambizioso, ma in grado di offrire sicurezza a tutti gli stakeholder, in particolare agli azionisti con la garanzia di far crescere il dividendo ogni anno. Sono molto fiducioso che questo piano sarà realizzato nonostante le difficoltà" legate al conflitto Russia-Ucraina, ha spiegato Donnet.

Sui possibili scenari post voto, Donnet si è limitato a osservare che "ciò che conta è il risultato dell'assemblea", in occasione della quale gli azionisti potranno scegliere "una governance da public company con un Cda composto da persone di alto profilo, con standing internazionale, grande esperienza in società internazionali e nell'Esg e nel digitale".

"Il mio ruolo è gestire questa società e per farlo ho bisogno di interagire con un Cda che deve supportare il management e che rappresenta tutti gli azionisti", ha aggiunto.

PIPELINE M&A MAI VUOTA, BUONE OPERAZIONI RICHIEDONO TEMPO

Il piano di Donnet prevede anche tre miliardi di euro da destinare a eventuali operazioni di M&A. "C'è una pipeline di opportunità di M&A, non è mai vuota, ma le buone operazioni richiedono una maturazione lenta", ha detto Donnet a questo proposito.

Il manager non ha escluso il ricorso al mercato qualora si presentasse una "dream acquisition" di un valore superiore ai tre miliardi. "Lo possiamo fare perché abbiamo acquisito credibilità, ma al momento non c'è nulla sul tavolo", ha spiegato.

Per ciò che riguarda la crisi Russia-Ucraina, Generali ha già annunciato la chiusura del suo ufficio di rappresentanza a Mosca e delle attività di Europ Assistance oltre all'uscita dal board di Ingosstrakh in cui detiene una quota del 38,5%.

A proposito di questa partecipazione, Donnet ha detto che "per ora resta là". "Non mi sembra il momento di venderla, non vogliamo entrare in trattative con soggetti russi", ha aggiunto.

(Hanno collaborato Giselda Vagnoni, Keith Weir, editing Giselda Vagnoni)