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Goldman: criptovalute sono un rischio. Ma intanto ci investe

Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) si è unita al coro di chi teme che criptovalute e blockchain siano un potenziale rischio per i mercati come anche per i risparmiatori. Alla stessa conclusione era giunta nei giorni scorsi anche Bank of America (Swiss: BAC-USD.SW - notizie) che era arrivata a considerare le monete virtuali come un rischio per il proprio portafoglio, nel suo report annuale alla SEC (Shanghai: 603988.SS - notizie) (Securities and Exchange Commission),

Il punto debole del settore, infatti, si troverebbe nella Normativa antiriciclaggio (problemi nel tracciare i movimenti) e nella Competitività sul mercato (difficoltà della banca stessa ad adeguare i propri servizi verso chi opera sule criptovalute con conseguente pericolo di perdita di clienti).

Cosa fa Goldman Sachs?

Stando invece a quanto dichiarato da Goldman, le criptovalute sarebbero un potenziale rischio per lei stessa. La banca Usa ha infatti dichiarato che esistono rischi di esposizione al mercato per il suo stesso portafoglio clienti. A gennaio, l'amministratore delegato Lloyd Blankfein è arrivato anche a smentire le notizie in circolazione che volevano la banca d'investimento pronta per il lancio di un trading desk dedicato al bitcoin (anche se ha lasciato la porta aperta per una tale mossa in un secondo momento), Non solo, ma all'inizio di febbraio si era persino spinta oltre arrivando a prevedere che la maggior parte delle criptovalute sarebbe arrivata ad una valutazione pari a 0. In altre parole ci sarebbe stata nel tempo una sorta di selezione darwiniana delle monete virtuali. Il che spiegherebbe come mai Goldman avrebbe deciso di operare solo ai margini del settore. Eppure proprio in queste ore si registrano movimenti da parte della grande banca Usa proprio nelle criptovalute.

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Il caso Circle

Da tempo (per la precisione il 2015) si sa che Goldman Sachs è stato il principale investitore con un finanziamento da $ 50 milioni in Circle società di pagamenti e criptovaluta la quale, ieri, ha annunciato l'acquisizione di Poloniex, una piattaforma di criptovaluta con sede negli Stati Uniti. La conferma ufficiale è arrivata da Sean Neville e Jeremy Allaire, i co-fondatori di Circle i quali hanno dato notizia dell'acquisizione. Gli esperti del settore fanno notare che mentre Cirlce è sempre stata una piattaforma orientata verso il consumatore finale, Poloniex invece è focalizzata sui professionisti: la collaborazione permetterà a quest'ultima di diventare più accessibile anche ai neofiti. Ma l'operazione significa anche che Goldman, pur riconoscendo i pericoli dell'universo delle criptovalute, ha deciso di non voltare definitivamente le spalle ad eventuali opportunità di speculazione che le stesse monete virtuali potrebbero offrire. Almeno nel frattempo che le autorità internazionali non decideranno di dare regole precise all'intero sistema.

Le (non) decisioni dell'Europa

Intanto ieri il mercato delle criptovalute è rimasto col fiato sospeso nell'attesa delle decisioni da parte della Commissione Europea che, di fronte al fenomeno dilagante della speculazione spesso azzardata, aveva deciso per una riunione tecnica da tenersi, appunto, ieri. Il responso c'è stato ma per la meraviglia di tutti, l'Ue ha deciso di non decidere. Almeno per il momento. Infatti ufficialmente la Commissione, presa coscienza della situazione attuale che vede il sistema della Blockchain come una fonte di opportunità ma allo stesso modo la speculazione sulle monete virtuali come un potenziale pericolo per gli investitori, ha intenzione di attendere conclusioni del G20 di Buenos Aires previsto per il prossimo luglio e in cui si discuterà di eventuali strategie comuni per regolamentare il fenomeno. Cosa significa questo? Che per il momento le autorità del Vecchio Continente non hanno intenzione di prendersi, da soli, una responsabilità sulle criptomonete.

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