Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.239,66
    +153,86 (+0,40%)
     
  • Nasdaq

    15.927,90
    +316,14 (+2,03%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,68
    +0,11 (+0,13%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.856,91
    -628,51 (-1,04%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.329,85
    -66,69 (-4,60%)
     
  • Oro

    2.350,60
    +8,10 (+0,35%)
     
  • EUR/USD

    1,0697
    -0,0036 (-0,33%)
     
  • S&P 500

    5.099,96
    +51,54 (+1,02%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8559
    -0,0014 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9775
    -0,0010 (-0,11%)
     
  • EUR/CAD

    1,4615
    -0,0034 (-0,23%)
     

Goldman Sachs: per il 2018 Pil mondiale al 4%. Alert sull'Italia

Al giro di boa della mattinata Piazza Affari recita la parte della pecora nera sui mercati europei, a loro volta, però, in vantaggio solo decimale. Poco prima delle 13, infatti il Ftse Mib viene fotografato a -0,4% (22.122 punti) mentre il resto dei mercati vede un Ftse 100 a +0,21%, un Cac40 a 0,09% e un Dax a 0,1%.

Il report di Goldman

Intanto il Global Economics Outlook per il 2018 pubblicato da Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) ha una visione ottimista sul futuro della crescita mondiale. Per il prossimo anno, infatti, ci si potrebbe aspettare un Pil mondiale al 4%, in rialzo rispetto al 3,7% del 2017. Un aumento che, per giunta, appare distribuito in maniera omogenea in tutte le principali aree produttive: Stati Uniti a +2,5%, Eurozona +2,2%, Giappone +1,6% con la sola eccezione del Regno Unito che si limiterebbe all’1,3% nel 2018. Ottimismo anche per le cosiddette nazioni emergenti (India, Russia e Brasile, con la sola Cina ancora in fase discendente) Resta però un punto interrogativo sulla crescita tricolore: 1% invece dell'1,2% del consensus con Roma che resta l'anello debole di una catena che si sta man mano rafforzando.

Ma sullo sfondo di una crescita confermata da più parti resta l'ombra di un'inflazione che rimane lenta ma che è destinata ad aumentare, seppur in maniera graduale senza però raggiungere il target fissato dalla maggior parte delle banche centrali, poco sotto il 2%. A proposito di banche centrali, dal report si vede come il club degli istituti centrali sia destinato a dividersi: da un lato la Fed (e non solo lei), intenzionata ad aumentare il numero dei rialzi per tutto il 2018, mentre la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) e la Bank of Japan adotteranno un approccio più tranquillo per il prossimo anno.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Banche centrali e pericolo Italia

Ma le decisioni della Banca Centrale americana, da febbraio 2018 sotto la prossima guida di Jerome Powell successore di Janet Yellen, non impatteranno in maniera particolarmente significativa sull'andamento dei mercati emergenti i quali, stando alle previsioni di Goldman, sono diventati, nel frattempo, più resilienti rispetto al recente passato e perciò meno dipendenti dalle decisioni riguardanti al politica monetaria a stelle e strisce. Anche per questo motivo gli analisti della banca Usa consigliano di scommettere su valute come la rupia indiana, quella indonesiana e il won sudcoreano, oltre al real brasiliano, al peso cileno e al sol peruviano, shortando invece sullo yen.

La spada di Damocle, prettamente politica, assume, però la forma dello Stivale quando si guarda all'Europa: sarà l'Italia, con il suo carico di debiti e con le prossime elezioni, a creare ansia sui mercati. Per quanto le elezioni in Sicilia abbiano dimostrato un forte appoggio al M5S uscito come primo partito, dall'altro lato le forze politiche italiane, secondo l'analisi, riusciranno a creare una coalizione in gradi di arginare il pericolo populista, un pericolo che creerebbe nuove tensioni a livello internazionale. Altre tensioni, però, potrebbero arrivare al di là dell'oceano e: i trattati sul NAFTA (il trattato di libero scambio Nordatlantico, siglato fra USA, Canada e Messico), con conseguenze per il commercio USA-Messico con possibile interruzione delle forniture e della produzione.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online