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Governo rafforza spending review: 32 miliardi al 2016

Saccomanni: spending review vale 2% Pil tra 2014 e 2016. REUTERS/Kacper Pempel (Reuters)

di Giuseppe Fonte ROMA (Reuters) - Il ministero dell'Economia rafforza gli obiettivi della spending review impegnandosi a raccogliere circa 32 miliardi tra il 2014 e il 2016 contro i poco più di 8 inseriti nella Legge di Stabilità. "Questo processo deve avere un obbiettivo ambizioso, significativo, che noi abbiamo quantificato in circa due punti di Pil rispetto al 2013 sull'arco del triennio 2014-2016", ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, presentando a Palazzo Chigi il primo rapporto del nuovo commissario alla revisione della spesa, Carlo Cottarelli. "L'obbiettivo è migliorare la qualità dei servizi riducendone il costo". La legge di Stabilità prevede che la spending review produca risparmi per complessivi 3,6 miliardi nel 2015, 8,31 nel 2016 e 11,31 miliardi a regime dal 2017. I tagli aggiuntivi peseranno quindi per quasi 24 miliardi sul bilancio del 2016. Criticando la manovra, la Commissione europea ha chiesto all'Italia di ridurre ulteriormente il debito pubblico e il disavanzo strutturale già dal prossimo anno, agendo proprio sulla spending review. Saccomanni accoglie la sollecitazione di Bruxelles ma non rinuncia all'idea di utilizzare i risparmi per finanziare interventi a sostegno dell'economia. I 32 miliardi "dovranno andare per la maggior parte alla riduzione delle imposte, come era stato previsto e più volte indicato, ma anche al finanziamento di investimenti produttivi e alla riduzione del debito pubblico. Queste sono le tre finalità strategiche, di cui naturalmente la più importante è la prima", dice l'ex direttore generale della Banca d'Italia. RESISTENZE TRASVERSALI AI TAGLI Di spending review si parla in Italia dal 2007, quando al ministero dell'Economia c'era Tommaso Padoa-Schioppa. Il governo Monti ha provato a rilanciare l'operazione, senza superare completamente la logica dei tagli lineari, a parole contestati da tutti perché colpiscono ogni tipo di spesa, utile e meno utile. A rendere difficile l'operazione sono le resistenze diffuse ai tagli, nel governo come nel Parlamento. "La spending review è una riallocazione di risorse, altrimenti sarebbe una spending cuts. La spesa pubblica in termini pro capite è tra le più basse d'Europa. La grande anomalia italiana, a parte il debito, è l'evasione fiscale", ha detto oggi Stefano Fassina, vice di Saccomanni in quota Pd. Per ora il governo non scopre le carte sui nuovi tagli del 2014, che confluiranno nella legge di Stabilità. "Non c'è nessuna decisione sulla distribuzione nel tempo [dei risparmi], occorre una ricognizione", ha spiegato Cottarelli. Cottarelli si è impegnato a formulare le prime proposte "entro fine febbraio". Il piano complessivo vedrà la luce tra marzo e aprile, in tempo per l'aggiornamento del quadro di finanza pubblica contenuto nel Documento di economia e finanza (Def). L'ex dirigente del Fondo monetario internazionale assicura di voler dare "enorme importanza alla trasparenza", annunciando "indici e classifiche" con cui individuare gli enti di spesa più efficienti. Il commissario si avvarrà di 10-12 persone, intorno alle quali "opereranno circa una ventina di gruppi di lavoro". La spending review riguarderà tutta la spesa pubblica e affronterà temi delicatissimi come la mobilità del personale. "Consulteremo frequentemente le parti sociali, un'impostazione per creare consenso", ribadisce Cottarelli. Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia